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RICONOSCERE UN FALSO | Lamoneta.it (Manuale) |
INDICE (link all'argomento):
Con questa sezione del manuale si cercher? di dare una soluzione al dilagante fenomeno della vendita di falsi ai collezionisti alle prime armi.
Per poter riconoscere una moneta falsa da una autentica ? necessario per prima cosa imparare a distinguere fra loro le possibili tecniche di riproduzione e, soprattutto, capire quando una moneta ? una "riproduzione" e quando ? un "falso".
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Denari Suberati o Falsi d'Epoca |
Roma produsse sia monete "fuse" sia "coniate"; il passaggio dalla prima alla seconda forma pu? essere ricercato nel graduale miglioramento delle tecniche di produzione e nel tentativo di porre un freno al fenomeno della falsificazione. La moneta fusa, ottenibile con una bassissima tecnologia, permetteva anche ovviamente la facile riproduzione da parte dei falsari.
In antichit? la falsificazione colp? prevalentemente la monetazione in argento oggi definita "Suberata". Non ? ben chiaro se questo tipo di falsi fosse prodotto dallo Stato stesso per frodare il popolo oppure se fosse realizzato da falsari ben attrezzati per ingannare Stato e popolo allo stesso tempo; per contro lo Stato avrebbe punito severamente i falsari secondo un importante decreto legge dell'epoca e questo entrerebbe in forte contrasto con la prima ipotesi.
Dai tesoretti ritrovati si evince che i denari suberati venivano mescolati tranquillamente con i denari ufficiali, indice del fatto che queste monete dovevano apparire del tutto simili alle monete "buone".
Ma come ? possibile che queste monetine, oggi facilmente riconoscibili da quelle buone, un tempo potessero circolare liberamente insieme a quelle ufficiali?
La risposta ? semplice; l'anima dei denari suberati era costituito prevalentemente da un tondello di rame o in altri casi da un tondello di piombo. L'unico metallo nobile riscontrabile era un sottile strato di argento che ricopriva superficialmente la moneta.
Oggi i denari suberati ci appaiono generalmente con qualche mancanza di metallo (mancanza di argentatura) che mette in luce il metallo vile che compone il cuore della moneta. In antichit? questo non era possibile notarlo in quanto i falsari avevano imparato a rendere uniforme l'argentatura che ricopriva il tondello.
Si possono incontrare denari suberati sia del periodo repubblicano, sia del periodo imperiale fino a Settimio Severo circa.
Le tecniche di produzione di denari suberati erano sostanzialmente due:
La prima consisteva nel ricoprire il tondello con una sottile foglia di argento mediante pressione a freddo per poi scaldare lo stesso ad una temperatura prossima alla fusione dell'argento; questo si mescolava perfettamente alla superficie del tondello di rame, materiale la cui temperatura di fusione ? di poco superiore a quella dell'argento. Dunque l'argento fondeva completamente mentre il rame fondeva solo in superficie ottenendo un prodotto finito del tutto simile ad un denario completamente di argento.
La seconda consisteva nel ricoprire il tondello con un sottile velo di metallo nobile mediante bagno in argento fuso. Con questa tecnica ovviamente era consentito l'uso sia di un tondello in rame sia in piombo.
Come si vede chiaramente dalle foto, i suberati con anima in rame (Foto 1) sono facilmente individuabili grazie alle porzioni di metallo vile che si sono gradualmente spogliate dell'originaria foglia d?argento; spesso il rame si presenta con le consuete ossidazioni verdi e marrone di questo metallo.
Meno visibili sono invece le tracce dell'anima di piombo del secondo tipo di suberati (Foto 2); qui, infatti, il colore del metallo vile si avvicina maggiormente a quello dell'argento, sono facilmente riconoscibili per? visionando con attenzione la superficie della moneta che appare con una impronta quasi "sfumata" e molto granulosa.
Oggi i denari suberati sono considerati dei falsi d'epoca; commercialmente non hanno un gran mercato ma in una collezione di monete romane certamente non ne pu? mancare un bell?esemplare che, va ricordato, porta sulla sottile e malconcia patina, tanti anni di storia come le cugine di buon argento.
Riproduzioni Rinascimentali |
Alla fine del Medio Evo, in Italia si sviluppa sempre pi? il desiderio di riscoprire le antiche radici del proprio passato esplorando ed esaminando tutto quanto lentamente riaffiora dal terreno. In questo particolare momento si inserisce il fiorentino Francesco Petrarca che, non molti sanno, fu anche un grande collezionista di monete antiche.
Egli contribu? notevolmente allo sviluppo di quella che noi oggi chiamiamo "numismatica"; l'apprezzamento delle monete antiche per il loro valore storico ed artistico, influenz? gradualmente altri illustri ed influenti personaggi e l'ammirazione per queste antiche monete condusse ben presto al desiderio di riprodurle, come del resto fu fatto anche per tutti gli affreschi romani riaffiorati con i primi scavi illeciti che andarono ad abbellire tutti i principali saloni delle corti italiane . Uno dei pi? prominenti fra questi riproduttori fu Giovanni Cavino.
Giovanni Cavino nacque a Padova nel 1500 (da qui il termine Padovanino) e qui produsse la maggior parte delle sue opere.
Il padre era un orafo ma Giovanni divenne famoso per le sue creazioni in argento e soprattutto per le sue riproduzioni di antiche monete romane. Tali creazioni prendevano spunto da autentiche monete romane e da nozioni fornite dal suo allievo Alessandro Bassiano (erudito antiquario); molto spesso quindi realizzava opere di pura fantasia con soggetti reali tratti dal mondo romano (Foto 4), altre volte invece riproduceva esattamente le monete antiche di cui disponeva per realizzare la copia.
Riproduzioni Souvenir |
Quante volte ci ? capitato di visitare paesi stranieri o frequentatissimi siti archeologici? Penso che almeno una volta ciascuno di noi ha visitato uno dei luoghi citati; ebbene ricorderete che spesso, alla fine del circuito espositivo, c'era un negozietto o una bancarella in cui un abile venditore era pronto a vendervi ogni genere di gadget che avesse una qualche attinenza con quanto avevate appena finito di visitare.
E' proprio in quei negozietti che si pu? acquistare una bella riproduzione di una moneta antica; sono quelle monete che possiamo definire "riproduzioni souvenir" ovvero monete provenienti da uno stampo comune create al solo scopo di fornire un souvenir al visitatore del museo o del sito archeologico del luogo.
Queste monete non hanno la presunzione di ingannare il collezionista; sono molti infatti i particolari che lasciano trapelare con una certa facilit? che la moneta ? appunto una riproduzione.
Per cominciare ? rivelatorio il bordo della moneta sul quale troveremo sempre le tracce di una trancia meccanica (quando le monete provengono da un unico foglio) oppure l'inconfondibile bava lasciata durante la fusione (Foto 6). Trattandosi di monete da vendere come souvenir per pochi euro, il fabbricante non si preoccupa di eliminare bave e spigoli dai bordi delle monete.
Altro fattore certamente rivelatore per una moneta riprodotta in serie ? la sua forma; infatti sappiamo bene che in antichit?, proprio per come avveniva la coniazione, era impossibile avere due monete perfettamente circolari e perfettamente identiche sebbene battute dallo stesso conio. Ecco che allora noteremo con facilit? che le riproduzioni da stampo realizzate da un unico foglio, sono perfettamente identiche (Foto 7).
Altro fattore importante ? lo stile; le riproduzioni di questo tipo infatti vantano sempre uno stile visibilmente differente da quello originale e spesso ostentano tocchi ti fantasia per meglio convincere l'osservatore della loro assoluta falsit?. Ad esempio nel caso delle monete della foto 7, la legenda del dritto ? rivelatoria; riporta infatti la dicitura "NIRO CAESAR AVGVSTVS" quando quella corretta ? NERO CAESAR AVGVSTVS.
Sulle monete regalate con giornalini, merendine, ecc., i produttori avevano pensato bene di aggiungere una lettera nel campo della moneta segnalando all'osservatore che si trovava di fronte ad una inequivocabile riproduzione come si vede in una moneta della foto 8, dove ? presente una piccola "R" che sta appunto per "Riproduzione".
Purtroppo questo espediente ? servito a poco e in molti tentano di rifilare queste pacchiane riproduzioni ai poveri neocollezionisti.
Falsi Moderni |
Il falso moderno ? in assoluto la riproduzione pi? pericolosa che un collezionista pu? incontrare. Questo tipo di monete ? infatti concepito per ingannare in ogni modo possibile il suo osservatore che, ignaro della truffa, sar? disposto talvolta a sborsare considerevoli somme di denaro.
Purtroppo il fenomeno della falsificazione ? oggi in forte aumento ed ? piuttosto facile trovare monete false vendute per buone sulle principali aste pubbliche on-line.
Ma tutte queste falsificazioni, per nostra fortuna, hanno sempre qualche traccia della loro cattiva origine.
Vediamo allora quali sono le principali tecniche di falsificazioni moderne e come riconoscerle:
Questo tipo di falsificazione ? probabilmente la meno pericolosa per il collezionista vista la scarsa qualit? del prodotto finito. Si ottiene costruendo due forme contenenti un agglomerato di terra refrattaria; su ciascuna forma viene impresso un lato della moneta cos? da ottenere, accoppiando le due matrici, una forma in cui colare il metallo fuso che, solidificandosi, dar? origine ad una riproduzione della moneta originale.
Per fortuna questo tipo di falsificazione lascia diversi elementi inconfondibili che ci possono aiutare facilmente nell'individuazione del falso.
Risulta difficile accoppiare perfettamente le due matrici durante l'operazione di colatura del metallo fuso, pertanto il risultato finale sar? una moneta con evidenti bave sul bordo (vedi Foto 9-A, anche se la prima moneta ? probabilmente ottenuta per elettrorusione ? un ottimo esempio di quello che potremmo vedere). Come conseguenza il falsario sar? costretto ad eliminare la bava sul bordo per abrasione meccanica che, inevitabilmente, lascer? delle chiare tracce del suo passaggio (Foto 9-B).
Questo disassamento spesso porta ad avere l'impressione del dritto nettamente disassato rispetto al rovescio; tali errori non possono essere mascherati dal falsario in alcuna maniera. Attenzione per?, un forte disassamento non indica necessariamente che una moneta sia falsa poich? la tecnica di coniazione (soprattutto nell'alto impero fino alla riforma di Nerone) non consentiva un buon allineamento del dritto con il rovescio. Dunque osservare bene la moneta nei dettagli prima di dichiarare falsa una moneta probabilmente autentica.
Le due matrici che daranno origine alla riproduzione dovranno avere anche una scanalatura dalla quale, accoppiando le due forme, sar? possibile colare il metallo fuso. E' evidente che il prodotto finale avr? su un bordo, una considerevole appendice metallica che il falsario dovr? preoccuparsi di eliminare, ancora una volta, per abrasione meccanica con le ovvie conseguenze gi? descritte sopra.
Questa tecnica fornir? una riproduzione in cui i dettagli saranno molto morbidi e, guardando la moneta, la prima impressione sar? quella di vedere un'immagine "sfuocata" (Foto 10); dunque noteremo che, nei punti in cui i dettagli sono molto piccoli (ad esempio fra i capelli o fra le vesti delle divinit? raffigurate al rovescio), i rilievi sono offuscati, confusi fra loro o inesistenti. Prendiamo come esempio lo stesso tipo di moneta, in conservazione pi? bassa, ma autentica (Foto 11); noteremo che nonostante la forte usura, sulla moneta autentica saranno ancora ben visibili e netti, i contorni del ritratto come dei caratteri o della Fortuna al rovescio.
Per concludere, tutte le riproduzioni eseguite con questa tecnica, presenteranno sempre una superficie molto granulosa (Foto 12) causata dall'imperfetto accoppiamento del metallo fuso con le pareti in materiale refrattario dello stampo.
Le monete riprodotte con il metodo della "cera persa" sono forse fra le pi? pericolose per un collezionista, ma fortunatamente richiedono una buona e costosa tecnologia che li rende cos? pi? rari. Ecco come si procede alla realizzazione di una riproduzione mediante il metodo della "cera persa":
Si riveste la moneta autentica con una gomma particolare capace di copiare esattamente ogni particolare della moneta;
Si vulcanizza la gomma (viene cotta in un forno) che contiene ancora la moneta;
Si pratica un taglio (molto preciso e sottile) sul bordo della gomma per estrarre la moneta;
Si inietta della cera fusa nella gomma e, una volta solidificatasi, si estrae la "moneta di cera" dal taglio gi? precedentemente praticato;
A questo punto la "moneta di cera" pu? essere modellata in modo da rendere due esemplari di falso uguale nell'impronta ma con bordi e forma differente. Va ricordato inoltre che la gomma sopra descritta pu? essere riutilizzata per produrre innumerevoli "monete di cera".
Una volta prodotte un certo numero di "monete di cera", queste vengono riposte, ad una certa distanza l'una dall'altra, in un tubo che su un lato rimane aperto (vedi foto 13). All'interno del tubo viene ora colato un materiale simile all'intonaco francese che, solidificandosi, bloccher? nel tubo le "monete di cera".
Il tubo verr? ora messo in un forno con la parte aperta rivolta verso il basso; il calore scioglier? la cera che scivoler? via proprio dalla parte aperta del tubo.
Con il tubo ancora caldo, si coler? il bronzo fuso la dove la cera, sciogliendosi, avr? lasciato dei vuoti.
Infine il tubo ancora caldo verr? raffreddato subito con acqua fredda; l'improvviso abbassamento della temperatura, porter? l'intonaco che bloccava le monete a rompersi liberando cos? le monete ottimamente riprodotte.
Tutte le monete presenteranno un pezzo di sovrametallo sul bordo causato dalla fusione; al falsario non resta che tagliarlo ed eliminarne le tracce.
Su una riproduzione realizzata con la cera persa ? possibile eliminare le bave di giunzione che normalmente potremmo trovare nelle fusioni realizzate con la sabbia refrattaria (vedi metodo di falsificazione precedente); infatti tali bave possono essere facilmente eliminate gi? dalla "moneta di cera".
Il pezzo di sovrametallo risulta molto sottile e in genere, una volta tagliato e limato, pu? risultare difficile individuarlo.
Se la tecnologia impiegata ? di buona qualit? (impiego di alta pressione per l'immissione del bronzo fuso) la moneta riporter? dei particolari molto vicini alla corrispettiva originale.
Durante la fase A di ricopertura, con un materiale in gomma, della moneta originale, potrebbero crearsi delle micro bolle d'aria fra la superficie in gomma ed il metallo della moneta; difficilmente individuabili sulla "moneta di cera", le micro bolle saranno presenti anche sulla moneta fusa su cui potremo riscontrare delle piccole "bollicine di metallo" che in alcuni casi il falsario cercher? di asportare per abrasione.
Durante la fase D pu? accadere la stessa cosa spiegata nel punto 1 con il risultato di un pezzo fuso con porosit? del metallo.
Durante la fase H pu? accadere ancora una volta che si creino micro bolle con il risultato di un prodotto finale con porosit? del metallo.
Dunque, come avrete capito, ? facile che questo tipo di riproduzioni riporti spesso delle micro bolle sulla superficie della moneta; nella maggior parte dei casi queste saranno visibili solo con un buon ingrandimento. Bisogna fare attenzione per? a non confondere una moneta autentica con un falso per la presenza di una escrescenza di metallo; ? possibile che alcune monete autentiche riportino talvolta delle escrescenze di metallo generalmente isolate (su un falso se troviamo una bolla, cercando bene ne salteranno fuori delle altre).
Altro elemento da non trascurare ? l'impossibilit? per il falsario di creare riproduzioni differenti, di una stessa moneta; sar? possibile infatti modellare la "moneta di cera" modificandone i bordi e la forma ma l'impronta rester? sostanzialmente la stessa (Foto 16).
La fusione render? il prodotto finale molto arrotondato con dettagli meno nitidi di un originale ed inoltre non sar? mai possibile per il falsario catturare i dettagli pi? piccoli che una moneta autentica coniata possiede sicuramente.
Questo tipo di falsificazione ? nato probabilmente verso la fine del 1800 con l'invenzione delle batterie elettriche.
Le riproduzioni ottenute con questa tecnica possono essere talvolta molto pericolose ma in ogni caso queste monete hanno un elemento comune che permette di individuare il falso.
L' elettrorusione ? piuttosto semplice da realizzare e normalmente si procede cos?:
Si impressiona una faccia della moneta su un materiale morbido (va bene dell'argilla a grani sottili).
Sulla porzione di argilla impressionata, viene cosparsa una polvere molto conduttiva (generalmente della grafite).
A questo punto l'elettrorusione (scambio di ioni) porta ioni di metallo (in genere rame) sulla parete di argilla impressionata e precedentemente cosparsa di grafite, fino a placcarne la superficie.
Il foglio metallico generato dall'elettrorusione, potr? essere ora separato dall'impronta di argilla che potr? essere reimpiegata successivamente per altre riproduzioni.
L'inconveniente di questa tecnica ? che non ? possibile realizzare in un colpo solo le due facce della moneta su un unico tondello, ma sar? necessario produrre separatamente il dritto dal rovescio (Foto 17).
Una volta prodotte le due facce della moneta, il falsario dovr? saldarle insieme facendo in modo di farle accoppiare nel miglior modo possibile; inoltre dovr? preoccuparsi di riempire lo spazio vuoto lasciato dall'eletrorusione dietro alla parte placcata che, ricordiamo, ? costituita da un sottile foglio di rame, con del materiale liquido (in genere argilla liquida o gesso).
Infine il falsario dovr? cercare di camuffare le evidenti tracce lasciate dalla saldatura delle due facce riprodotte (Foto 18).
Questa tecnica di riproduzione ? oggi stata abbandonata dai falsari viste le notevoli difficolt? di camuffare i falsi cos? ottenuti; ma in passato, prevalentemente per tutto l'inizio del 1900, questa era la tecnica preferita, e per questo motivo ancora oggi ? possibile imbattersi in falsi prodotti per elettrorusione in quegli anni. Vediamo allora perch? questa tecnica fu presto abbandonata dai falsari:
Come gi? descritto sopra, durante l'incollaggio delle due facce, il falsario dovr? riempire i vuoti con del materiale. Questa operazione risulta spesso molto scomoda ed imprecisa, inoltre il materiale usato per riempire le cavit?, andr? ad influire notevolmente sul peso della moneta che perci?, avr? sempre un peso molto distante da quello teorico di una moneta autentica.
L'incollaggio lascer? su tutto il bordo della moneta una indelebile traccia che difficilmente il falsario sar? capace di nascondere completamente.
Spesso il calco in argilla riporter? alcune granulosit? sulla sua superficie che saranno riportate anche sulla riproduzione sotto forma di piccole escrescenze di metallo.
L'elettrorusione permette tecnicamente, di produrre solo monete in rame, pertanto per ottenere copie di monete in oro o argento, queste dovranno essere placcate con il metallo nobile in un secondo tempo, dando inoltre alla moneta un aspetto meno realistico.
Oggi l'elettrorusione ? usata solo nei musei dove la si utilizza per creare copie su cui condurre degli studi; per evitare confusione con le monete autentiche per?, si mantengono separate le due facce riprodotte.
Questi sono in assoluto i falsi pi? pericolosi poich? le monete cos? riprodotte presentano caratteristiche molto vicine a quelle autentiche.
Come tutte le precedenti, anche questa tecnica presenta notevoli difficolt? che permettono ad un occhio esperto di individuare il falso.
I falsi coniati possono essere realizzati in due modi:
Il primo metodo consiste nell'intaglio manuale del conio di incudine e di quello di martello cercando di utilizzare, il pi? possibile, materiali e tecniche impiegate in antichit?.
Il procedimento ? lungo e laborioso, oltre che legato esclusivamente alla manualit? ed alla vena artistica dello scultore. Indubbiamente le riproduzioni cos? realizzate sono delle vere e proprie opere d'arte moderne che, per nostra fortuna, differiscono sempre dall'originale per qualche piccolo dettaglio. Infatti ? molto difficile per lo scultore catturare esattamente lo stile di una moneta autentica, i tempi sono diversi, la nostra memoria visiva ? differente da quella che poteva essere di un uomo di 2000 anni fa circa; perci? guardando attentamente le monete degli artisti moderni, confrontandole con quelle antiche, noteremo delle differenze di stile nello sguardo dei ritratti, nelle acconciature, nel portamento delle raffigurazioni sui rovesci.
Ovviamente per carpire questi dettagli occorre avere un occhio molto allenato.
Inoltre in antichit? gli scultori avevano a loro disposizione soltanto modeste attrezzature e l'acciaio non esisteva ancora; al contrario, oggi gli scultori possono avvalersi di moderne attrezzature per lavorare meglio e pi? rapidamente, ma queste differenze si noteranno anche sul prodotto finale. Infatti, analizzando una riproduzione moderna al microscopio, sar? possibile notare la differenza fra una traccia lasciata da un attrezzo moderno da quella lasciata da uno antico e pi? rudimentale.
Attualmente queste monete vengono fabbricate principalmente nei paesi dell'Est europeo dove alcuni falsari sono divenuti molto famosi come ad esempio il bulgaro Slavei.
Il secondo metodo sfrutta invece un macchinario che lavora come una comune fotocopiatrice. Un lettore laser, seguendo il profilo della moneta autentica, ne ricostruisce l'impronta esatta convertendola in coordinate che, trasferite ad un'altra macchina a controllo, permette di incidere il conio in incuso.
Il secondo metodo ? sicuramente pi? rapido e non richiede un'eccezionale manualit?; in compenso richiede l'impiego di costose attrezzature. Il risultato finale, avr? nuovamente delle incoerenze con la moneta autentica; lo stile avr? ancora delle differenze dettate dall'impossibilit? di ricopiare con assoluta perfezione una moneta antica, per quanto il laser sia preciso, ? impossibile che questo possa catturare anche i dettagli pi? piccoli di una moneta autentica.
Nelle foto che seguono potrete osservare delle monete riprodotte per battitura, paragonate con altre autentiche; noterete che le differenze di stile fra le copie (sx) e le originali (dx) sono notevoli.
Concludiamo questa breve panoramica sui principali falsi, in cui potremmo imbatterci quotidianamente, parlando di quelle monete ritoccate volutamente per alterare i rilievi originali.
In genere si pratica questa adulterazione delle monete quando si tratta di pezzi molto comuni, per renderli pi? rari, eliminando una parte di legenda, oppure modificando alcuni simboli raffigurati nel campo o in esergo ecc. (vedi foto 22). Questo per poter far passare una moneta antica e comune per una variante rara.
Altre volte invece, i restauratori, calcano troppo la mano cercando di far riemergere dettagli e rilievi ormai spariti a causa dell'usura.
In entrambi i casi si potr? parlare comunque di monete falsificate, tecnicamente ottenute con l'ausilio del bulino, strumento con cui i falsari pi? bravi riescono a ricalcare e modificare qualsiasi tipo di moneta. Ovviamente tutti i falsi cos? ottenuti, sono facilmente individuabili con un buon ingrandimento e talvolta (foto 22) anche ad occhio nudo.
Link a pagine web dedicate ai falsi |
Di seguito troverete alcuni link a pagine che raccolgono diversi esempi di monete false; questi potranno certamente aiutarvi ad arricchire la vostra esperienza visiva al fine di cominciare a distinguere un falso da una moneta autentica:
http://www.calgarycoin.com/reference/fakes/fakestypes.html - Il sito di riferimento per la stesura di questa pagina.
http://www.chijanofuji.com/online_liquidators.html - Raccolta di falsi messi in vendita su Ebay.
http://tomross.ancients.info/images/Fake%20Coins/fake_coins.html - Raccolta di riproduzioni moderne.
http://www.ancientcoinart.com/fakes_gallery.html - Raccolta di riproduzioni moderne.