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IL TALLERO DI MARIA TERESA, DOLLARO DEL COLONIALISMO E DELL?IMPERIALISMO ? STORIA, TRANSAZIONI, USI E COSTUMI. |
Autori: Gionata Barbieri- Aprile 2007
Il nominale precursore del Dollaro fu la moneta conosciuta come Tallero (gi? dai nomi ? facilmente intuibile la correlazione e la coincidenza che sussiste tra le monete). Ha ancor pi? senso, il legame tra i due tipi di monete, se si considera il famosissimo Tallero di Maria Teresa d?Austria. Esso ha svolto per quasi due secoli il ruolo che effettivamente oggi riveste il Dollaro USA nei mercati internazionali, valuta franca e (nella pratica) universalmente riconosciuta e cambiata.
Minimo comune multiplo delle due monete non sono solo l?origine e la funzione, ma anche il contesto di diffusione, cio? una economia a scala globale e di rapide transazioni, atta a sostenere lo sforzo colonialistico ed imperialistico delle Nazioni europee tra XIX-XX secolo per quanto concerne la moneta ?austriaca?, e l?imperialismo delle fonti energetiche e delle materie prime con i ?verdoni? dei nostri giorni.
Il Tallero nacque nell?area germanica come risposta all?esigenza della nascente Borghesia dell?Et? Moderna di avere monete pi? adatte, a livello ponderale, negli scambi commerciali tra i diversi ceti cittadini, senza ricorrere a monete d?oro (spesso straniere) troppo pesanti e sconvenienti, quando si trattava di far riferimento a grosse somme, n? tanto meno alle pre-esistenti monete argentee di intrinseco troppo ristretto e che seguivano il modello del Grosso (Tornese) di Luigi IX di Francia, San Luigi (Fig.1).
Si comp? un primo passo in avanti, verso il Tallero vero e proprio, nel 1486 (qualcuno sostiene 1484) quando l?Arciduca Sigismondo del Tirolo, resosi conto della grande penuria delle proprie riserve auree, stabil? che il rapporto tra oro e argento fosse di 1/12 ed inizi? la coniazione di monete d?argento di grosso modulo: i Guldiner o fiorini d?argento (Fig. 2). La scoperta di grossi giacimenti argentei in numerose aree dell?Impero, facilit? la diffusione e l?imitazione delle nuove monete in lungo e in largo, dalla Renania fino all?Ungheria.
Nel 1520 il conte di Bassano del Grappa Steffan Schlick, sfruttando la concessione del diritto di battere
moneta (multipli e sottomultipli di Fiorini e Grossi) ottenuta nel 1517 dalla
Dieta di Boemia, coni? presso la zecca di Joachimsthal,
Guldiner con l?immagine di San Gioacchino (il santo
patrono, Fig. 3) denominati prima Joachimsthaler, poi abbreviati in
Thaler fino
a raggiungere la forma odierna di Taler. Nel 1528
terminarono le coniazioni e furono riprese nel 1547 dall?imperatore in persona;
Joachimsthal crebbe fino a diventare la terza zecca
del Regno di Boemia. Il Tallero si diffuse in maniera eccezionale. Poich? un
editto del 1442 vincolava qualsiasi moneta d?oro fosse coniata al controllo imperiale,
tutte le citt? che possedevano una miniera d?argento ed anche quelle che non le
avevano ma che erano pi? intraprendenti e dallo spirito pi? autonomo,
iniziarono a coniare Talleri, tanto che Carlo V tent? di bloccare questa
diffusione proibendo tutte le nuove emissioni (1551). L?imperatore non riusc?
nell?intento ed il Tallero si impose pi? di prima. L?esigenza dei mercati ed un
po? anche ?la
vanit? dei signori tedeschi, amanti delle loro belle insegne araldiche, diedero
impulso alla coniazione di multipli di Tallero, che col tempo addirittura
svolsero un ruolo di moneta di ostentazione o di moneta ?magica? e
?sovrannaturale?. Spostandoci al 1780 si arriva alla
coniazione del Tallero dell?imperatrice Maria Teresa d?Austria (morta in quello
stesso anno, si trattava quindi di riconiazioni
postume; nella realt? Maria Teresa inizi? a coniare Talleri gi? dal 1741 con
stile diverso rispetto a quello con millesimo 1780) presso la zecca di G?nzburg e di Vienna (poi Karlsburg,
Kremnitz, Praga, Hall; Figg.
4-9). La descrivo: D/ ?busto dell?imperatrice in et? matura e con velo vedovile; M ?.
?THERESIA ?D ?.
?G ?. ?R ?.
?IMP ?. ?HU . BO . REG . R/ aquila
bicipite coronata con scudo dell?impero asburgico
(scudo quadripartito con armi di Ungheria, Boemia, Borgogna, Burgau come si vede in Fig.
10) ; ARCHID ?. ?AVST ?.
?DUX ?. ?BURG ?.
?CO ?. ?TYR ?.
?1780 ?. ?X? .
La legenda latina abbreviata recita ?Maria Teresa Imperatrice Romana per Grazia
di Dio Regina d?Austria e d?Ungheria? al dritto, al rovescio invece ?Arciduchessa
d?Austria Duchessa di Borgogna Contessa del Tirolo?.
Sul contorno si legge IUSTITIA ET
CLEMENTIA in rilievo tra ornati e rosette (Fig.
11). ?La coniazione rispetta i requisiti
stabiliti attraverso l?editto imperiale di Vienna del XVIII secolo secondo cui
da due libbre d?argento si ottenevano 35,6 Talleri, in particolare la moneta
aveva un titolo di 833 millesimi (833/00)
per un peso di
Al dritto, sotto il busto di Maria Teresa, si leggono le lettere SF, iniziali rispettivamente del maestro di zecca Tobias Sch?bl e del conservatore Joseph Faby (ci? avviene solo sulle monete battute riprendendo il conio originario di G?nzburg, quelle che non seguono tale tipologia riportano generalmente le iniziali dei diversi maestri di zecca); l?incisore della moneta ? J.B. W?rschbauer.
L?intrinseco d?argento rest? pressoch? stabile per i? quasi due secoli in cui circol? la moneta e, grazie a tale prestigio e continuit?, super? ben presto anche i confini dell?impero asburgico. Il successo della moneta (come si vedr?, anche in suolo extraeuropeo) fu pure garantito dall?elegante aspetto della moneta. Attraverso i Balcani entr? pienamente nell?Impero Ottomano (sovrapponendosi ai loro mejidiye) e dal Medio Oriente si introdusse in Africa. La moneta quindi non era apprezzata solo per la sua preziosit? ma anche come moneta di transazione, di conversione. Tutta la penisola arabica fu conquistata dalla moneta di Maria Teresa tanto da nominare il Tallero ?abu nuqta? (l?unico con i punti), ?abu tayr? (l?unico con gli uccelli) e ?abu reesh? (l?unico con le piume) alludendo all?intricata incisione del conio. In Africa spazi? dal Sudan fino all?Angola ed al Mozambico, sconfinando poi nell?Atlantico verso l?arcipelago delle Azzorre.
Oramai in questi luoghi, con l?elevato livello raggiunto dalla tecnologia della rivoluzione industriale (iniziata proprio verso la fine del ?700) rispetto agli standard di epoche precedenti, la ricerca di materie prime, metalli e di quant?altro necessario allo sviluppo e al sostegno della attivit? industriali europee fu pressante e si diede inizio ad una epoca di massiccia colonizzazione dei territori africani ed asiatici che, allo scadere del XIX secolo, degener? nel fenomeno dell?imperialismo. A costo di dure e nefaste campagne militari gli stati europei pi? forti costituirono, a spese degli indigeni, dei nuovi organismi territoriali depredandoli di tutte le loro ricchezze, ma in questa pessima gestione dell?uomo industrializzato, molti popoli ebbero il primo vero e proprio impatto con la modernit? e con la tecnologia, in primis l?uso della moneta, trapassando da una situazione di sostanziale baratto o uso pre-monetale ad una realt? monetizzata evoluta.
Il conio principe di questo mondo che iniziava a ?globalizzarsi? era proprio il Tallero di Maria Teresa d?Austria per i motivi gi? descritti.
Con l?apertura del Canale di Suez (1869), l?asse degli scambi commerciali pass? dall?Oceano Atlantico a quello Indiano, e la moneta si espanse nel Corno d?Africa, nel Tanganica e presso Zanzibar. Pass? anche all?Estremo Oriente giungendo agli scali di Macao e alle isole di Giava e dell?arcipelago indonesiano (le Indie Olandesi).
L?enorme circolazione del Tallero fece si che esso fu coniato veramente tanto, si stimano addirittura oltre 350 milioni di riconii di provenienza extra-imperiale e 500 milioni di Talleri dell?impero tedesco.
E? facilmente immaginabile che nel circolare in territori completamente diversi e distanti, da quelli previsti in origine, le monete di Maria Teresa avessero molte contromarche. Se ne contano veramente tante; di seguito elencher? solo le principali.
Dal 1811 le contromarche in Fig.
12 rendono valido il Tallero, rispettivamente, nelle Azzorre e Sao Tom? e Principe. Nel 1854 il
Tallero ? reso valido a Madera (Fig. 13) e nel 1887
nell?Africa portoghese in generale e a Macao, con la contromarca GP, governo
portoghese. Nel 1888 e 1895 con la punzonatura rappresentata in Fig. 14 lo si conferma in
Mozambico. Sempre nel 1895 i Portoghesi lo rendono valido con il punzone di Fig.
Sicuramente queste monete non erano le uniche utilizzate: durante la storia coloniale si confrontarono sui mercati con le Corone inglesi, gli Scudi francesi, italiani, belgi ed olandesi, ma certamente i Talleri ebbero la meglio.
Il successo del Tallero dell?imperatrice fu anche favorito
da una citt? a noi molto cara, la nostra Venezia, che intratteneva commerci con
tutto il Levante propagandone sempre pi? l?uso.
In generale appare ovvio che l?Italia non pot? essere immune da questa
circolazione, addirittura ne riconi? ed imit? gli
esemplari austriaci.
Prima fu Firenze, che con il Granduca Ferdinando III di
Lorena, tra il 1814 ed il 1818 coni? Talleri con diametro leggermente inferiore
alla tipologia originale (
Grazie ad un lavoro di Cesare Johnson (cfr. bibliografia) ? noto che la zecca di Milano tra il 1820 ed il 1846 (probabilmente in maniera non ufficiale anche prima della datazione indicata, 1815-1820?? ), con stampi e punzoni inviati direttamente da Vienna (Fig. 32), coni? numerosi quantitativi di Talleri di Maria Teresa.
Anche Genova coni? dei Talleri dell?imperatrice, e ancor di pi? ne furono coniati a Venezia.
La citt? lagunare realizz? le battiture dal 1815 al 1845,
e dal 1849 al 1866 (Fig. 33). Nel biennio 1848-1849
il Governo Provvisorio autorizz? la coniazione di Talleri (Fig.
34) per l? acquisto di armi e viveri durante l?assedio
austriaco. La differenza rispetto agli originali sono le aggiunte al dritto
delle legende: ?ZECC.VE./ASS.SETT.1848? e ?VEN.ASS.//1848/ZEC.VEN.AR.//DE?CIT?
(cio? rispettivamente, ?Zecca di Venezia,
Assedio Settembre
Una nota di merito per Venezia ? che si suppone, a ragione, che il Tallero di Maria Teresa sia nato da una imitazione di un vecchio tipo della Serenissima (a sua volta coniato imitando lo stile di altri Talleri austriaci precedenti). Infatti nel 1759 con Doge Francesco Loredan (e poi anche sotto i successivi dogati di Marco Foscarini, Alvise Mocenigo IV, Paolo Renier, Ludovico Manin) si batt? un Tallero ed un mezzo Tallero con al dritto un busto muliebre ed al rovescio il leone alato di San Marco con il Vangelo (Fig 35). Le legende sono: D/ RESPUBLICA VENETA; al rovescio il nome del doge. Il successo fu molto limitato, nelle terre di Levante, se comparato con i Talleri di Maria Teresa (che per tal motivo furono conosciuti anche come ?Levantine Taler? o ?Levante Taler?). Causa del ?flop? fu parzialmente anche l?aspetto estetico, meno raffinato e nitido nelle monete venete, coniate al martello, rispetto ai Talleri austriaci coniati al torchio.
La pi? abbondante coniazione di
Talleri di Maria Teresa in suolo italiano avvenne per? nell?Urbe. A Roma, dopo una convenzione tra i governi italiano e austriaco (9 Luglio
1935), si garant? alla zecca il diritto di battitura di questa moneta per 25
anni (anche attraverso l?appoggio di Hitler, essendo
gli Italiani memori dei dinieghi occorsi in precedenza ? 1887, 1918, 1922). Solo
negli anni compresi tra il 1935 ed il 1939 furono coniati quasi 20 milioni di
esemplari (Fig. 36). Servirono per finanziare e per
avere pezzi spendibili nel territorio che sarebbe divenuto l?Africa Orientale
Italiana. Questo perch? gli Africani erano avezzi a
tale moneta gi? da molti decenni (Fig. 38),
sostituendo quasi completamente, lo scambio pre-monetale
di barrette di sale lunghe
Il primo, in Fig. 40, D/? busto coronato del re Umberto I; UMBERTO ?I ?RE ?D? ITALIA . 1891 . R/ aquila coronata con scudo sabaudo che sorregge collare della SS. Annunziata ?(il rovescio copia le 5 Doppie emesse da Vittorio Amedeo III re di Sardegna nel 1786, si veda Fig. 41); * COLONIA ERITREA * // * TALLERO * .
Il Tallero di Vittorio Emanuele III in Fig. 42: D/? busto muliebre simboleggiante la madre Italia; * REGNUM ITALICUM * 1918 ; R/ aquila coronata e scudo sabaudo; AD ?. ?NEGOT ?. ?ERYTHR ?.? COMMOD ?. ?ARG ?. ?SIGN .? .
Il Tallero di convenzione coniato
a Roma aveva caratteristiche metriche e di titolo leggermente diverse dal Tallero
originale di Maria Teresa: diametro pari a
La coniazione nella zecca di Roma? prosegu? fino al 1950, ed i punzoni furono restituiti alla zecca di Vienna nel 1961. I Talleri dell?imperatrice furono denominati in Etiopia ed in Somalia ?Talaris? o ?Buter?, ?Birr? o ?Ber?, ?Piastra?. I sottomultipli per tali monete nell?Africa Orientale erano: ?Gerch? o ?Chersch? (prima 1/20 poi 1/16 di Tallero), ?Tumun? (⅛ di Tallero), ?Alad? (? Tallero). Addirittura l?imperatrice era appaiata dagli indigeni alla antica e mitologica Regina di Saba (il Tallero era soprannominato anche ?Woman Dollar?).? ?
Tra le due guerre mondiali e durante gli anni dell?ultima Grande Guerra, la battitura di Talleri avvenne copiosa anche presso zecche di Stati che erano nemici dell?asse italo-tedesco: Londra, Birmingham, Leningrado, Parigi, Marsiglia, Lione, Bruxelles, Bombay, Calcutta. Le coniazioni erano avviate con l?intento di poter finanziare le truppe del Negus contro gli Italiani oppure per garantire liquidit? alle truppe Alleate di stanza in Africa. A guerra conclusa, altri Talleri furono realizzati da parte degli inglesi con lo scopo di ingraziarsi le etnie africane del Corno. La circolazione massiccia di Talleri ebbe il ruolo di humus per la coniazione del Tallero etiope (Fig. 43), nominale portante del nuovo sistema monetario dell?Etiopia, per volont? del Negus, nel 1945 (cio? la seconda fase del Birr [=2 scellini=1,50 Talleri di Maria Teresa]; fino al 1936 vi fu la? fase del primo Birr [=MTT veri e propri, Fig. 38, oppure i Birr di imitazione, Fig. 44] ).
Come si ? potuto leggere, la storia del Tallero di Maria Teresa rappresenta la storia dell?uomo industrializzato e colonizzatore. Questa bella e grande moneta ? stata simbolo di ricchezza e prosperit? per secoli e, sia nel bene che nel male, ha rappresentato il mondo europeo quasi in ogni angolo del globo. Lo scopo di questo breve manuale non ? quello di dare una riflessione di pura storiografia ma, di rapportare il fenomeno del vento colonialista con il mezzo monetale. A tal fine credo sia utile fornire degli esempi di transazioni nonch? di usi e costumi legati all?uso dei Talleri di Maria Teresa (si ricorda che le analisi dei prezzi in un mercato sono sempre soggetti alla ?legge della domanda e della offerta?, quindi sono prezzi con semplice valenza esemplificativa e sono da considerarsi validi esclusivamente nel contesto descritto).
Anzitutto il mercato degli esseri umani; invero il Tallero fu una delle principali monete del commercio schiavista: il prezzo di uno schiavo, in loco (Corno d?Africa), era infatti oscillante tra i 12 ed i 14 Talleri a seconda del vigore fisico dell?uomo da ?comperare?.
Abram Wakeman (cfr. bibliografia), prendendo informazioni dal New York Gazette and Weekly Mercury, February 13, 1775, scrive che il prezziario degli schiavi presso l?agenzia del broker newyorkese William Tongue era il seguente:??????????
N.B. : I prezzi erano in origine
espressi in ? (sterling), per la conversione si ?
utilizzato ?Tables of sterling
exchange: in which are shown the value of a sterling bill for
federal money? di George Oates (cfr.
bibliografia).
I pellegrini musulmani, che a
volte attraversavano anche interi continenti per raggiungere
Nello Yemen e in Arabia Saudita il Tallero di Maria Teresa, secondo quanto ci riferisce Clara Semple, era usato come gioiello, attorniato da pietre e? gemme oppure come pendente appiccagnolato ad una catenina.
Passatempo che divertiva gli Arabi e gli Africani era contare il numero di piume dell?aquila bicipite, oppure il numero di perline incise nella spilla ovale di Maria Teresa; di qui nascono gli appellativi? ?abu reesh? e ?abu nuqta?.
Durante le fasi di trasporto, tutti i carovanieri si lamentavano della difficolt? di lavorare con sacchi pieni della preziosa moneta, in groppa a cammelli e muli, percorrendo sentieri di deserti e montagne!
Nel 1867 il generale britannico Sir Robert Napier, che
comandava sugli altopiani etiopi un esercito di 30000 uomini provenienti
dall?India con l?incarico di liberare il console di Sua Maest? tenuto ostaggio
dall?imperatore Teodoro, si rese conto che avrebbe potuto acquistare i
rifornimenti dagli indigeni esclusivamente utilizzando i Talleri di Maria
Teresa. In fretta e furia fu imbastita la compilazione di un dispaccio che
permise l?arrivo, direttamente da Vienna, di carghi
di cinque milioni di Talleri che raggiunsero i militari sul dorso di migliaia
muli, cavalli ed elefanti.
Alexine Tinne, olandese esploratrice dei deserti nord-africani nel XIX secolo, fu uccisa in un raid di Tuareg probabilmente per l?ingente quantit? di Talleri che trasportava la spedizione.
Presso il mercato di Karthum, il console dell?Impero Austro-Ungarico nel 1878,
pagava frumento 3 Talleri al Rub (
L?esperienza coloniale italiana si
pu? dire che abbia proprio inizio con il Tallero. Infatti, l?ex missionario lazzarista Giuseppe Sapeto (in
veste di rappresentante della Compagnia Rubattino),
acquist?
Nel mercato di Gondar, in Etiopia,
agli inizi del XIX secolo era possibile acquistare cavalli con un prezzo
oscillante da
Sempre nei primi anni del XIX
secolo, presso Massaua, era possibile comprare con un
Tallero 20 sacche di pelle colme d?acqua, cio? circa
Nel 1852, le importazioni in Massaua provenienti dall?India ammontavano, secondo il console britannico Walter Plowden, ad un valore di circa 133500 talleri; invece le importazioni provenienti dall?Arabia e dall?Egitto, contemporaneamente, totalizzavano un valore di 73065 talleri.
A Souakin un cammello costava 4 Talleri agli inizi del XIX secolo.
Il mercato ittico del Benadir occupato dagli Italiani, prevedeva la vendita
all?ingrosso, a commercianti delle zone di Zanzibar e Mombasa
nonch? a navi europee, di pesce-cane secco al prezzo di 2 Talleri per
Alla met? del XIX secolo a Zanzibar il prezzo del caff? normale era di 3,75 Talleri per frasil, invece del caff? mocha era di 5,50 Talleri per frasil. Lo ?zucchero scuro del Bengala? costava 3,50 Talleri per frasil, la melassa 1,25 Talleri a frasil.
Nel distretto tanzaniano del Wande il prezzo della resina copal era presso la trib? dei Wawande di 1,50 o 2 Talleri per frasil, invece sulla costa (Zanzibar, Mombasa) 3,50 Talleri per frasil (prima met? del XIX secolo).
Sempre nel vecchio Tanganica del XIX sec. era possibile acquistare avorio
ottenuto da zanne di elefante al prezzo di 30/35 Talleri a frasil.
Nel Wabisa, il prezzo del ?bab kalasi?
(piccole zanne sotto le
Il caff? a Djidda
negli anni mezzani del XIX secolo era venduto con un prezzo oscillante tra 24 e
35 Talleri per circa
Nel mercato sudanese di Kuka, nel 1870, un eunuco costava dai 50 agli 80 Talleri, una concubina tra i 40 ed i 100 Talleri.?
Joseph Kalmer e Ludwig Hyun al capitolo XIII del loro volume Abessinien, affermano che oltre il 20% dei Talleri di Maria Teresa coniati fino al 1931 terminarono col circolare in Abissinia.
Agli inizi del XIX secolo a
Colombo, nell?isola di Ceylon, 30 Fanam corrispondevano ad un
Tallero. A Madras 28 Fanam corrispondevano ad un
Tallero. A Bangalore per circa 1/5
o 1/6 di Tallero era possibile acquistare una capra; un bue di et? pari a
cinque anni costava al massimo un Tallero; una mucca costava intorno ai 5/6 di
Tallero.
Intorno
alla met? dell?Ottocento tutti i prezzi crebbero di
almeno 1/3 Tallero (ca. 10 Fanam).?
Ad
inizio XIX secolo presso il porto di Giava,
rivolgendosi direttamente ai coltivatori, il prezzo dello zucchero ?bianco?
variava tra 5 e 6,5 Talleri per pecul (
A Bengkulu, nell?isola di Sumatra,
lo zucchero variava tra 4 e 5 Talleri per pecul.
Nella Cina meridionale il prezzo dello zucchero ammontava a circa 2,8 Talleri.
?A Canton, nei primi
anni dell?Ottocento, il prezzo di un pecul di pinne
di squalo (usate per preparare una zuppa popolarissima) variava tra 15 e 18
Talleri.
Presso Muscat il bestiame, nel 1850 circa, aveva i seguenti
prezzi: i cammelli, a seconda della loro razza e della
loro qualit? ed et?, costavano tra 30 e 300 Talleri; le capre tra 4 e 6
Talleri; le pecore tra 1,25 e 6 Talleri; gli asini di Oman tra 1 e 14 Talleri.
A Smirne nel 1850, 24 Piastre del sultano equivalevano ad un
Tallero; a Costantinopoli 27 Piastre equivalevano ad un Tallero; in Alessandria
d?Egitto 22 Piastre corrispondevano ad un Tallero.
Conseguentemente
a Costantinopoli, nella met? del XIX secolo, un ?rispettabile? narghil? costava
1/3 di Tallero; il miglior ?tumbeky? (tabacco) proveniente dagli altipiani al confine
con
L?onorario
di un visir dell?Impero Ottomano era di 3704 Talleri mensili, degli agenti
delle imposte di primo livello variava tra 463 e 555 Talleri mensili, per
quelli di secondo livello 333 Talleri mensili.
Ad
Alessandria d?Egitto, l?imposta media sugli schiavi era di 6,36 Talleri.
Di
seguito sono presentati alcuni prezzi al Cairo nel 1827 (1 Tallero = 12,5
piastre), affiancati dai prezzi degli stessi prodotti nel 1841-1842 (1 Tallero
= 15 Piastre), pp. 471-473 de ?Modern Egypt
and Thebes: Being a Description of Egypt; Including the Information Required for travellers
in that country?, volume II, di Sir John Gardner Wilkinson,
Londra, 1843? :?
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Presso
i confini danubiani dell? Impero
Ottomano un quintale di ferro valeva tra 1/6 ed 1/5 di Tallero. La migliore
seta invece valeva intorno ad 1/3 di Tallero per oka. Ci? accadeva nel primo trentennio del XIX secolo.
Numerose sono le contromarche di origine privata, realizzate sino a tempi recentissimi, che ricorrono sui Talleri di Maria Teresa, legate soprattutto a grosse imprese ed in minima parte ad organizzazioni private o famiglie importanti (Fig. 45).
Qui si conclude il manuale, ma certamente non si conclude la storia del Tallero di Maria Teresa (secondo la dizione germanica ed anglosassone ?MTT?- N.B.: il Tallero di Convenzione coniato presso Roma l?ho arbitrariamente e volutamente designato MTCT ponendomi sulla scia dell? acronimo teutone per pura comodit?), i cui aneddoti da pi? secoli costellano la saggezza popolare indigena ed europea.
Seguono le tavole delle immagini, alcune utili tabelle, bibliografia e links.
TAVOLE IMMAGINI:
Fig. 1: Grosso Tornese di Luigi IX di Francia il Santo (asta
CNG, Triton X-9/01/2007)
Fig. 2: Guldiner, zecca di Hall, 1486
per Sigismondo del Tirolo (asta K?enker
122, 14/03/2007)
Fig. 3: Joachimsthaler di
Steffan Schlick (asta K?enker
122, 14/03/2007)
Fig. 4: MTT zecca di G?nzburg, riferimento Hafner 27B
?
Fig. 5: MTT zecca di Vienna, riferimento Hafner 6
?
Fig. 6: MTT zecca di Karlsburg, riferimento Hafner 1a
?
Fig. 7: MTT zecca di Karlsburg, riferimento Hafner 79
?
Fig. 8: MTT zecca di Praga, riferimento Hafner 4
?
Fig. 9: MTT zecca di Hall 1983, riferimento Hafner 61a2
Fig. 10: scudo quadripartito dell?aquila nei MTT
Fig. 11: ornati che campeggiano sul bordo dei MTT
?
Fig. 12: contromarche rispettivamente per le Azzorre e Sao Tom?
Fig. 13: una contromarca valida per Madeira
Fig. 14: MTT contromarcati per il Mozambico
Fig 15: contromarca per Loren?o Marquez
?
????
Fig. 16: alcune contromarche valide per Quaiti
Fig. 17: alcune contromarche per Gibuti
Fig. 18: contromarca per Obok
Fig. 19: contromarche valide per Zanzibar-Pemba
Fig. 20: alcuni MTT con contromarche per Java
Fig. 21: contromarca per il Nejed
Fig. 22: MTT con contromarca per l?Hedjaz
?
Fig. 23: Grandi Rial ribattuti su MTT (prime due immagini sono dritto e rovescio di un MTT)
Fig. 24: contromarche yemenite su MTT
Fig. 25: contromarche cinesi su MTT
Fig. 26: contromarca portoghese su MTT per circolazione in territorio brasiliano
Fig. 27: contromarca su MTT per circolazione nel territorio di Ras Bab al Mandab
Fig. 28: due contromarche: la prima in alto di Hedjaz, la seconda in basso apposta in territorio turco
Fig. 29: contromarca su MTT per circolazione nel territorio di Mukalla
Fig. 30: contromarca britannica su MTT
Fig. 31: dollaro americano ribattuto su MTT
Fig. 32: MTT coniato a Milano nel periodo 1815 (?)-1828,
riferimento Hafner 36a
Fig. 33: MTT coniato a Venezia nel periodo 1817-1833,
riferimento Hafner 37b
?
Fig. 34: MTT per Venezia durante l?assedio austriaco del 1848
Fig. 35: Tallero per il Levante battuto a Venezia nel 1769
sotto il dogato di Alvise Mocenigo IV
?
Fig. 36: MTCT (Tallero di convenzione) battuto a Roma tra il 1935-1950
Fig. 37: caratteristica per l?individuazione immediata del MTCT ? una doppia piuma nella coda dell?aquila bicipite
Fig. 38: contromarca etiope su MTT, fine XIX sec. inizio XX sec.
Fig. 39: alcune varianti di bottoni presenti sui MTT, essi
fungevano da saggio sul tenore della moneta presso gli africani
Fig. 40: Tallero per l?Eritrea ,1891
Umberto I re (asta NAC 30, 04/06/2005)
Fig. 41: 5 Doppie di Vittorio Amedeo III di Sardegna, zecca di
Torino, 1786 (asta UBS 62, 25/01/2005)
Fig. 42: Tallero italicum per l?Eritrea ,1918 Vittorio Emanuele III re (asta K?enker 80, 11/03/2003)
Fig. 43: 2 Birr? (seconda fase del Birr), anno 1982
Fig. 44: Talaris (Birr) per Menelik II, negus d?Etiopia? (asta K?enker 98, 08/03/2005)
?
?
?
Fig. 45: vari MTT con contromarche private
Fig. 46: croci decussate apposte nei MTT; talvolta da esse ? possibile risalire alla zecca e alla data di coniazione
Additional details |
Leypold |
Hafner |
Rarity |
Mint |
Strike date |
|||||
- |
(a) |
|
5 |
2.5 |
Guenzburg |
1780-90 |
||||
|
Guenzburg |
1780-90 |
||||||||
|
Guenzburg |
1780-90 |
||||||||
|
1 |
2 |
Guenzburg |
1783-95 |
||||||
|
Guenzburg |
1783-95 |
||||||||
|
Guenzburg |
1783-95 |
||||||||
- |
(b) |
|
24 |
5 |
Vienna |
1780 |
||||
17 |
7 |
Prague |
1780 |
|||||||
- |
(a), (b),
(c) |
AVST.DUX |
21 |
3 |
Guenzburg |
1797-1802 |
||||
(a) |
AUST.DUX |
30 |
6 |
Guenzburg |
1787 |
|||||
AVST.DUX |
25 |
3 |
Guenzburg |
1797 |
||||||
AUST.DUX |
30 |
7 |
Guenzburg |
1787 |
||||||
- |
(b) |
|
14 |
3 |
Guenzburg |
1795-97 |
||||
12 |
2.5 |
Karlsburg |
1788-90 |
|||||||
(e) |
13 |
2 |
Karlsburg |
1797-1803 |
||||||
- |
(c) |
|
2 |
1 |
Italy |
1815-30 |
||||
(d) |
3 |
1 |
Italy |
1830-40 |
||||||
(c) |
16 |
6 |
Venice |
1815 |
||||||
(d) |
6 |
3 |
Milan |
1790-1802 |
||||||
- |
(b) |
5 pearls in brooche;
AUST.DUX |
28 |
6 |
Vienna |
1780 |
||||
6 pearls in brooche;
AUST.DUX |
27 |
6 |
Vienna |
1782/83 |
||||||
4-7 pearls in brooche;
AVST.DUX |
10 |
3 |
Vienna |
1780-90 |
||||||
8 pearls in brooche;
AVST.DUX |
23 |
2 |
Vienna |
1790-1805 |
||||||
(e) |
|
11 |
2 |
Vienna |
1795-1853 |
|||||
(b) |
29 |
7 |
Karlsburg |
1786 |
||||||
(e) |
22 |
2 |
Karlsburg |
1812-1820 |
||||||
(b) |
15 |
4 |
Guenzburg |
1798 |
||||||
18 |
2 |
Prague |
1812-1820 |
|||||||
- |
(e) |
1-3-1 tail
feathers |
4 |
49a-c, 50a-b, 51, 52, 53a, 54, 55, 57, 58, 60, 61a-b, 62, 67a-b, 69, 70 |
C |
mostly |
1853-today |
|||
1-2-1 tail
feathers |
4 |
1 |
London, Bombay, Calkutta, Birmingham |
1936-61 |
||||||
(g) |
|
7 |
1.5 |
Venice |
1840-66 |
|||||
(f) |
8 |
2 |
Prague or Venice |
1836-42 |
||||||
(g) |
20 |
2 |
Italy |
1840-59 |
||||||
(f) |
9 |
2.5 |
Italy ? |
1840
? |
||||||
(g) |
26 |
2.5 |
Venice ? |
1840
? |
||||||
(c) |
19 |
4 |
Kremnitz |
1784 |
Legend:
?
Rarity: C=very common, 1-7: somewhat rare
to extremely rare, with 6:up to 10 specimen known to
exist; 7:less than 5 specimen known to exist.
?
There may always be deviations from the
generic description. For example, a common characteristic of reverse type C is
that the eagle has 1-3-1 tail feathers; however, variants with 1-2-1 tail
feathers are known as well.
???????????????????????????????????????
Fig . 48: ????????????????Tabella con le principali sigle dei dritti dei MTT |
||
SIGLA |
LETTURA |
ZECCA |
S.F. |
Sch?bl - Faby |
G?nzburg |
S.F. |
Sch?bl - Faby |
Vienna |
S.F. |
Sch?bl - Faby |
Milano |
S.F. |
Sch?bl - Faby |
Venezia |
S:F: |
Sch?bl - Faby |
G?nzburg |
S:F. |
Sch?bl - Faby |
Praga(?), zecca italiana (?) |
F.S. |
Faby - Stehr |
Milano |
S.C. |
Sch?bl - Clotz |
G?nzburg |
ST/S.F. |
Stehr / Sch?bl ? Faby? (?) oppure Sch?bl Tobias / Stehr Franz (?) |
Milano |
B |
-------------------- |
Kremnitz dal 1781 |
.S.F. |
Sch?bl - Faby |
Zecche italiane, G?nzburg (?) |
???? ???????????
Fig . 49: ??????????????????????????????????????Tabella con le principali sigle dei rovesci dei MTT |
||
SIGLA |
LETTURA |
ZECCA |
I.C.-F.A. |
Johann August von Cronberg ? Franz Aicherau |
Vienna |
T.S.-I.F. |
Tobias Sch?bl ? Joseph
Faby |
G?nzburg |
S.K.-P.D. |
Sigmund A. Klemmer ? Pasquale Damiani |
Kremnitz |
A.H.-G.S. |
A.J. Hammerschmidt ? G. Schickmayer |
Karlsburg |
A.H.-S.G. |
A.J. Hammerschmidt ? G. Schickmayer |
Karlsburg |
A.H.-B.S. |
A.J. Hammerschmidt ? errore (?) |
Karlsburg |
E.v.S.-I.K. |
Paul Erdmann von Schwingerschuh ? Ignatz Kendler |
Praga (1780) |
P.S.-I.K. |
Paul Erdmann von Schwingerschuh ? Ignatz Kendler |
Praga (1812) |
Fig . 50: ?????????????Tirature
ufficiali di alcune zecche che batterono MTT |
||
ZECCA |
PERIODO |
TIRATURA * |
Firenze |
1814-1818 |
------------------------- |
Milano |
1820-1846 |
2.450.377 |
Vienna |
1827-1968 |
196.371.580 |
Praga |
1836-1842 |
245.789 |
Venezia |
1836-1866 |
5.546.073 |
Milano e Venezia |
1848-1857 |
2.294.385 |
Milano |
1858-1859 |
983.079 |
Roma |
1935-1939 |
19.496.729 |
Parigi |
1935-1957 |
11.809.956 |
Londra |
1936-1961 |
19.835.054 |
Bruxelles |
1937-1957 |
10.994.524 |
Bombay |
1940-1941 |
18.864.676 |
Birmingham |
1949-1955 |
3.428.500 |
* ?La tiratura non tiene conto di tutte le coniazioni non ufficiali, oppure ufficiali ma non quantificate.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
?
Peter Harrigan, rivista della Saudi Aramco World, numero di
Gennaio/Febbraio, pp. 14-23, Jiddah 2003.
?
Richard Pankhurst, Economic History of
?
Travels
in
The
LINKS A SITI INTERNET PER MTT:
FONTI DELLE IMMAGINI:
??????????? http://www.coinarchives.com/