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IL VITTORIATO



 

Nel corso del III secolo aC Roma produsse, in concomitanza con il denario, un enigmatico nominale d?argento, definito dalle fonti antiche victoriatus:

 

 

?Livius Drusus in tribunatu plebei octavam partem aeris argento miscuit. is, qui nunc victoriatus appellatur, lege Clodia percussus est; antea enim hic nummus ex Illyrico advectus mercis loco habebatur. est autem signatus Victoria, et inde nomen.?

 

Il tribuno della plebe Livio Druso mescol? l' argento con una ottava parte di rame. La moneta, detta ora "vittoriato" fu autorizzata dalla legge Claudia, ma anche in precedenza era usata nei commerci con l'Illiria. Rappresenta la Vittoria e da ci? prese il nome.)

Plinio il Vecchio Naturalis Historia - Libro XXXIII

 

 

Il vittoriato ? una moneta in lega d?argento/rame del peso di 3,41 gr, il cui valore doveva essere circa ? di denario. Gordus AA e Gorduss J.P (1974) hanno analizzato la composizione di un vittoriato ottenendo questi risultati: AR: 85.7-83.4%, Cu: 13.8-16.1%, Au: 0.45-0.43%.

I tipi costantemente presentati da questa moneta sono al diritto testa laureata di Giove, al rovescio la Vittoria che incorona un trofeo d?arme. Il vittoriato manca di un segno del valore. Dal punto di vista ponderale appartiene al sistema metrico del didramma, di cui costituisce la met? (dracma). Sono noti, bench? rari, mezzi vittoriati. L?unico doppio vittoriato conosciuto, conservato a Parigi, ? probabilmente un falso.
Dalle fonti sappiamo che nel 217 a.C., dopo l'inizio della 2? guerra punica, allorch? la lex Flaminia ridusse il peso del denaro romano a gr. 3,90, il vittoriato fu ridotto a gr. 2,92 affinch? risultasse invariato il rapporto con il denario.
Una successiva riduzione sub? verso il 104 a.C. in seguito alla lex Clodia che ne fissava il peso a gr. 1,95 rendendolo quindi pari a mezzo denario e portandolo, di fatto, a ricostituire il quinario romano.

I vittoriati sono distinguibili in tre gruppi: vittoriati anonimi (cio? privi di segni e lettere), vittoriati con simboli al rovescio, vittoriati con lettere o monogrammi al rovescio. I simboli pi? frequenti furono: clava, cornucopia, crescente, pentagramma, spiga di grano, cane, punta di lancia, coltello, fulmine, scrofa, torcia e scettro. Lettere e monogrammi come C, L, N o al rovescio quali CROT, KOP AG, L, LT, MP, MT, Q, VB e T o su entrambe le facce contemporaneamente.

Per quanto riguarda le zecche, valgono alcune considerazioni spese per il didramma. Probabilmente Roma deleg? la coniazione del vittoriato alle zecche di citt? satelliti, come Nocera, Luceria, Crotone, Metaponto, Vibo Valenza, Catania.

 

Alcuni esempi di simboli presenti sul vittoriato

CRESCENTE (RRC 57/1)

CORNUCOPIA (RRC 58/1)

SPIGA DI GRANO (RRC 72/1)

PUNTA DI LANCIA (RRC 83/1)

CLAVA (RRC 89/1)

PENTAGRAMMA (RRC 105)

COLTELLO RRC 120/1)

BASTONE (RRC 106/1 e RRC 112/1)

MOSCA (RRC 159/1)

ELMETTO (RRC 168/1)

 

 

Monogrammi e lettere al dritto

C dietro alla testa di Giove (zecca di Caralis in Sardegna; improbabile la zecca di Canusium)

L sotto la testa di Giove; zecca di Luceria (RRC 97/1b); secondo Mattingly zecca di Larinum

N retrograda sotto la testa di Giove; zecca di Nucera (RRC 94); altre ipotesi Nola o Nora (Sicilia).

 

 

Monogrammi e lettere al rovescio

CROT; zecca di Crotone (RRC 92/1) o gens Metilia

KOP in monogramma (zecca di Corcyra; unica zecca fuori dall'Italia a coniare vittoriati)

MAT in monogramma (RRC 162/1, Matiena 3); gens Matia o Matiena (179-170 a.C.)

MT in monogramma (RRC 103)

VB in monogramma; zecca di Vibo Valentia (RRC 95/1) o Vibinum (Apulia); forse gens Vibia.

MP zecca di Metaponto in monogramma (RRC 93/1); secondo Kraay IMP (come titolo militare)

ME in monogramma (RRC 132/1, Caecilia 2 - Cecilius Metellus 194-190 a.C.); gens Caecilia

M (SYD 112)

TAMP in monogramma (RRC 133/1, Baebia 4 - Cnaeus Baebivs Tampilus 194-190 a.C.); gens Baebia

Q zecca incerta in Apulia (RRC 102/1); secondo Mattingly Quaestor Callium = quartiere generale del questore a Brindisi)

LT (monogramma)

L; zecca di Luceria (RRC 97/1)

 

?

Monogrammi e lettere? sia sul dritto che sul rovescio

L al dritto, sotto la testa di Giove, T al rovescio Zecche di Luceria e Teanum Apulum o Locri e Taranto (RRC 98A/1)

C al dritto, sotto la testa di Giove, M al rovescio; zecche di Catania e Morgantina (?) RRC 71/1

 

 

Le incertezze sul vittoriato riguardano sia la cronologia, che ? dubbia almeno quanto quella del denario, che la funzione di questo nominale. Per quanto riguarda la cronologia, la rappresentazione del rovescio fa riferimento ad una vittoria militare rilevante, ma non facilmente identificabile.

Anche se a prima vista il passaggio di Plinio sembrerebbe essere un ottimo punto di partenza per una datazione, sembra per? accertato che Plinio si riferiva alla reintroduzione del quinario (moneta con la medesima iconografia) e non alla produzione del vittoriato vero e proprio.

Lippi (Roberto Lippi, La riforma sestantale e l'introduzione del denario; parte I; La Numismatica, n? 9 - ottobre 1998 ) ipotizza almeno quattro date ricollegabili alla introduzione del vittoriato:

1) 235 a.C. a seguito della chiusura delle porte del Tempio di Giano dopo sconfitta dei Cartaginesi nella prima guerra punica;

2) 229 a.C. vittoria sulla regina Teuta ed i pirati Illirici;

3) 225 a.C. successo sui Galli a Talamone;

4) 222 a.C. alla vittoria sui Galli ottenuta da Claudio Marcello a Casteggio. Secondo Lippi quest'ultima ipotesi sarebbe la pi? convincente poich? l'iconografia della vittoria che incorona un trofeo ricorda la "spolia opima" trasportata da C. Marcello a Roma nel tempio di Giove Feretrio.

Secondo R. Thomsen (Early Roman Coinage. A study of the Chronology, vol II, Synthesis I. cap VIII, pagg 320-391, Denmark, 1961) il vittoriato fu introdotto contemporaneamente o poco dopo il denario anonimo (213 a.C.). Il ritrovamento di Morgantina proverebbe che le due monete d'argento sono praticamente contemporanee.

 

Per quanto riguarda la funzione, non sono chiare le reali motivazioni economiche che hanno portato alla introduzione di questo nominale. Le ipotesi degli studiosi sono diverse. La teoria attualmente pi? accreditata? indica nel Vittoriato un nominale prodotto appositamente per migliorare i commerci con le regioni ellenistiche dell?Italia meridionale. A confermare questa teoria ? l?analisi della distribuzione dei ritrovamenti di vittoriati, ritrovati solitamente nelle regioni dell'Italia meridionale, pur con sporadiche presenze nella Gallia Cisalpina. Plinio nel suo passo parla di commerci con l?Illirico, ma la sua testimonianza non appare confortata da ritrovamenti monetali in quelle zone.

I ritrovamenti di vittoriati in area padana, in ripostigli assieme a dracme padane, hanno permesso di ipotizzare che il Vittoriato servisse invece per i commerci con i Galli. La valle padana era oggetto di continue campagne belliche e pu? darsi che dopo l?aggressione militare fosse prevista quella economica. Tuttavia, secondo Pautasso (Pautasso A, Le monete preromane dell'Italia settentrionale, Sibrium 1966), non si pu? dire che il vittoriato abbia esercitato una influenza determinante nella regione cisalpina. Se pu? scorgersi un accostamento iniziale tra dracma padana e vittoriato, manca invece qualsiasi riferimento con la successiva riduzione apportata al vittoriato della lex Clodia. Inoltre, non pu? dirsi frequente la presenza di vittoriati nei ripostigli di dracme padane, il che induce a ritenere che la dramma padana non avesse che sporadici rapporti di coesistenza col vittoriato.

 

 

Monogrammi e lettere? sia sul dritto che sul rovescio

Pos.

LUOGO

VITTORIATI ANONIMI

VITTORIATI CON SIMBOLI, LETTERE E MONOGRAMMI

1

Serra Orlando di Aidone

83

6

2

Canosa

75

42

3

Taranto

171

20

4

Marcianise

0

8

5

Paestum

204

63

6

Gravina di Puglia

3

16

7

Battipaglia

7

1

8

S.Angelo a Cupolo

355

52

9

Pisa

38

13

10

Fano

67

21

11

Capestrano

151

33

12

Citt? S.Angelo

110

34

13

Cerreto Sannita

35

11

14

Caltrano Vicentino

272

79

15

Maser?

142

38

16

Boiano

25

12

 

Punti di ritrovamento dei tesoretti in tabella

 

 

Uno studioso belga (P. Marchetti, Historie ?conomique et mon?tarie de la deuxi?me? guerre punique, Bruxelles 1978) ha proposto una tesi molto originale, ovvero che il vittoriato sarebbe la valuta con cui i romani pagavano gli auxilia, le truppe ausiliarie dei soci italici alleati delle legioni romane. Secondo questa teoria mentre ad un legionario romano veniva corrisposta una paga di un denario ogni 4 giorni, ad un soldato ausiliario per il medesimo periodo di tempo sarebbe stato corrisposto un vittoriato. Una piccola frode che avrebbe permesso per? ampi risparmi all?erario romano. Tale teoria risulta poco corroborata da dati oggettivi, se non per il tipo del rovescio, di natura militare, e per il ritrovamento di? vittoriati in Spagna, collegabili alle manovre belliche della II guerra punica.

Quale che sia stata la sua funzione e la sua datazione, il vittoriato si colloca nel contesto del variegato circolante del III-II secolo aC, nel quale vediamo affiancarsi in Italia monetazioni e sistemi ponderali diversi, taluni di origine italica altri importati dalle colonie greche. All?interno di questo complesso quadro Roma, nel corso della sua espansione, ebbe la necessit? di emettere un nominale svalutato quale divisa di occupazione o a scopo commerciale.

 



UP



Galleria Immagini di alcuni Vittoriati



Vittoriato anonimo Sicilia (?), AR 3.25 g.
Cr. 67/1.




Vittoriato, Apulia, AR 3.30 g. Q al rovescio. Crawford 102/1.




Vittoriato, Campania (Nocera ?) AR 3.29 g. N retrogrado al diritto. Crawford 94/1. Emissione rara.




Vittoriato, Luceria, AR 3.36 g.,? L al rovescio. Crawford 97/1b.




Vittoriato contraddistinto da? lettera,? Sicilia,? AR 2,98 g. M al rovescio; Cr. 71/1a.




Mezzo vittoriato, zecca incerta (Vibo Valenza?) AR 1.45 g. VB monogrammate al rovescio. Crawford 95/2.




Vittoriato Crotone, 2.59 gr .CROT a rovescio. Crawford 92/1a.




Dracma insubre (II-I secolo aC) AR 2.63 gm Testa femminile a destra R/ leone (tipo scorpione) a destra leggenda MASSA. I tipi sono ad imitazione della dracma massaliota.







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