Bastone con la parte alta ricurva e la bassa a punta. Simbolo di vescovi (dorato) e abati (argentato). Si pone dietro o accanto lo scudo; se ornato da un velo (sudarium) normalmente indica delle cariche inferiori al vescovado (cfr. immagine sotto).
Il sudarium originariamente occorreva all’abate -- che non aveva il diritto di portare i guanti, come invece aveva il vescovo -- per impugnare direttamente con la sinistra il pastorale.
L’uso cerimoniale deriva, con ogni probabilità, dalla necessità dei prelati più anziani di avere un sostegno fisico durante le varie liturgie. La forma, poi, è quella tipica del bordone del pellegrino, e ricorda anche il tipico bastone del pastore. Nelle Chiese orientali, invece che con un ricciolo, il pastorale termina con un tau.
Alcuni araldisti fanno anche un’ulteriore distinzione fra il pastorale di un abate e quello di un vescovo (o arcivescovo). Sostengono, infatti, che mentre il ricciolo del pastorale di un abate termina rivolto verso l’interno (in direzione, quindi, del bastone), quello di un vescovo termina all’esterno. Questa distinzione sembra essere stata ripresa anche in araldica, disciplina in cui un abate pone il pastorale in sbarra, con il ricciolo rivolto verso la destra araldica, mentre un vescovo pone il ricciolo del pastorale in direzione contraria, rivolto verso la sinistra araldica dello scudo, e dunque verso all’esterno (cfr. figure qui sotto, tratte dall’Enciclopedia di Diderot e D’Alembert, cit.). Del resto, ancora oggi, mentre un Vescovo impugna il pastorale con il ricciolo rivolto verso l’esterno, un prelato inferiore (un Abate, ad esempio), lo porta rivolto all’interno, verso il corpo; gli abati, inoltre, tengono il proprio pastorale coperto da un velo quando è presente il Vescovo.
Secondo alcuni, il ricciolo indica limitazione di potere.
Goffredo di Crollalanza propone questo prospetto:
La formula liturgica usata per la consegna del Pastorale durante la consacrazione Episcopale chiarifica il suo simbolismo:
Accipe baculum pastoralis officii; ut sis in corrigendis vitiis pie saeviens, judicium sine ira tenens, in fovendis virtutibus auditorum animos demulcens, in tranquillitate severitatis censuram non deserens. (Pont. Rom. 77)
Una curiosità: il Sommo Pontefice non porta il Pastorale, ma la ferula, cioè bastone dritto sormontato da un crocifisso o da una croce (cfr. foto sotto). La motivazione leggendaria popolare è riportata da S. Tommaso D’Aquino, secondo il quale S. Pietro mandò il proprio pastorale per risuscitare uno dei suoi discepoli, il quale divenne poi vescovo di Treviri, in Germania (ted. Trier). Da allora il Papa porta il Pastorale solo nella Diocesi di Treviri, nella cui Cattedrale la tradizione vuole essere conservato il Pastorale di S. Pietro. (Cfr. anche ˇciteżBarbosa, Pastoralis Sollicitudinis, etc., Tit. I, cap. Vˇ/citeż).
In effetti il Papa non porta il Pastorale dal sec. XI, in quanto prima abbiamo alcuni dipinti che lo ritraggono mentre impugna un pastorale. Si noti che molti, erroneamente, chiamano “pastorale” tout-court il bastone (ferula) papale.
Figura 27.1: | Vescovo |
Figura 27.2: | Abate di abbazia regolare notare il sudarium |
Figura 27.3: | S.S. Giovanni Paolo II con la ferula. |
Figura 27.4: | S.S. Giovanni Paolo II con la ferula. |