31.1 Alcune notizie in breve

Vittorio Amedeo II di Savoia concesse nel 1692 uno stemma ad ogni suo reggimento.

Al 1917 invece -- e precisamente al R.D. 18 agosto 1917 n.1391 -- si può fare riferimento come alla prima legge italiana in materia di araldica militare: veniva con questo Decreto instituita una onorificenza per premiare i reparti combattenti contro l’Austria-Ungheria.

Il R.D. 24 marzo 1932 veniva stabilita la forma dei motti araldici per i reggimenti e i corpi dell’esercito.

La circolare 4 luglio 1939 n.55619 del Ministero della guerra forniva istruzioni per le domande relative alla concessione di uno stemma da parte dei reggimenti; la circolare n.92060 del 7 ottobre 1939 sanciva invece la forma sannitica dello scudo.

La circolare 22 novembre 1948, n.523 -- l’Italia era ormai una Repubblica -- si ripristinava la concessione di stemmi e motti araldici per i corpi dell’esercito, sospesa nel 1942.

Nel 1950, circolare 13 febbraio n.210 si chiariscono le norme e le caratteristiche degli stemmi dell’esercito.

La circolare n.121 dello Stato Maggiore dell’Esercito (9 febbraio 1987) riformò l’araldica militare italiana, stabilendo che lo stemma deve essere composto di tre parti: scudo, corona turrita, ornamenti. Vedremo -- in breve -- queste norme appena più sotto, in 6.2.2.