Gallo. Rappresentato crestato e barbato di...; ardito se con la gamba destra alzata, cantante se con il becco aperto.
Gambero. Rappresentato sempre montante e di colore rosso.
Gambuto. Dei ramoscelli o fiori con stelo di smalto diverso.
Gatto(chat, cat). Arricciato, corrente, guardante, passante, inferocito.
Gemella. Figura formata da due filetti paralleli racchiudenti una porzione del campo e aventi complessivamente la larghezza della pezza che rappresentano: in fascia, in palo, in banda, in sbarra, a croce, a decusse, a scaglione...
Gheronato. Scudo diviso in gheroni; di 8 pezzi non si blasona.
Gherone. Pezza onorevole di prima classe triangolare prodotta da due linee di partizione intersecantisi nel cuore dello scudo. Di solito è posto nella parte inferiore del cantone di destra del capo, ma a volte è presente anche nei cantoni (destro e sinistro) del capo di una bordura. Raramente presente nell’araldica di quasi tutti i Paesi interessati dal nostro manuale, è assai più significativa la partizione convenevole che da esso trae origine: il gheronato. Non dovrebbe essere soggetto ad alcuna modifica nelle sue linee di contorno né essere tinto con partizioni convenevoli, ma solo con tinture (smalti, metalli o pellicce che siano). Tuttavia, la casistica a riguardo è così poca che resta difficile affermare o negare quanto suaccennato. Se, da un punto di vista strettamente teorico, queste modifiche sono possibili (almeno quelle riguardanti le linee di contorno), in pratica queste risulterebbero di difficile realizzazione, visto che lo spazio occupato dal gherone è abbastanza ristretto e la sua forma, per così dire “sfavorevole”, non consente di caricarlo facilmente con altre figure. Alcuni lo confondono con il girone o grembo.
Gherone. Bordura con due gheroni ad ogni cantone del capo.
Ghiandifero. Della quercia carica di ghiande.
Ghibellina (alla). Per le merlature tagliate a coda di rondine.
Gigliato. Di figura con le estremità terminanti in giglio, o seminata di gigli araldici.
Giglio o Fiordaliso. Fiore stilizzato con tre foglie, le due laterali incurvate verso il basso, riunite sopra la base da una stanghetta. Se munito di pistilli si dice bottonato, se la foglia centrale è allargata o fruttifera si dice aperto o sbocciato. Questa figura sembra non essere derivata direttamente dal fiore, ma -- piuttosto -- da un tridente, un’ascia bipenne o addirittura da una colomba o piccione. Comunque sia, il giglio araldico si può ritrovare persino in alcuni bassorilievi assiri risalenti al III millennio a.C.. È solo nel XIII secolo che il fiordaliso assume una forma stabile e stabilita. Fino alla fine del XII secolo, non è difficile osservare rappresentazioni del Cristo circondata di gigli araldici più o meno stilizzati: del resto il giglio è presente sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, fino a che, poco a poco, diventa un simbolo di purezza tutta mariana: tale resterà fino a tutto il XVI secolo. L’origine del giglio araldico portato sugli scudi dai re di Francia è oscura, a meno che non si voglia dare adito ad una leggenda secondo la quale Clodoveo, dopo la sua conversione, lascia i crescenti d’oro che caricavano il suo scudo azzurro per prendere i gigli.
Giglio di Firenze. Giglio araldico aperto e bottonato. Concesso da Luigi XI di Francia per i servizi diplomatici resi dai Medici.
Giglio di giardino. Giglio al naturale, gambuto e fogliato.
Girone. Vedi grembo.
Globo imperiale. Sfera, solitamente d’oro, cinta e crociata, cimata da una crocetta, per lo più avellana.
Goccia. Si rappresenta appuntata in alto e ritondata in basso. Secondo J. Parker, gli araldisti inglesi danno vari nomi alle gocce (che essi chiamano gouttes) a seconda della tintura di cui sono ricoperte, ma naturalmente è possibile (e forse meglio) indicare esplicitamente la tintura.
Argento: gocce d’acqua; Oro: gocce d’oro; Azzurro: lacrime; Nero: gocce di pece; Rosso: gocce di sangue; Verde: gocce d’olio.
Raramente portata singola, questa figura va a comporre il più usato seminato di gocce.
Golato di. Di figura umana o di animale con la gola di smalto diverso.
Gonfalone. Figura stilizzata formata da una fascia scorciata con 2 o 3 pendenti detti bandoni e sormontata da uno o più anelli o cerchi.
Gonfalone pontificio. Vedi basilica.
Gradato o Gradinato. Figure che s’alzano a guisa di scalinate.
Granata. Bomba infiammata di rosso o esplodente.
Grembiato. Partizione convenevole, a volte confusa con il gheronato, derivante dalla ripetizione di un grembo o girone.
Grembo o girone. Pezza araldica onorevole di seconda classe, a volte
confusa con il gherone per il nome simile, consistente in una campagna depressa
da una punta.
Grifo o grifone. Animale chimerico con capo, collo, petto, ali e arti inferiori
d’aquila, orecchi di cavallo (secondo altri di leone), ventre, zampe e coda di
leone.
Gru. Uccello rappresentato di profilo, riposato su una zampa e tenente con
l’altra un sasso chiamato vigilanza. L’iconografia si rifà alla leggenda secondo la
quale le gru abitanti sulle sponde del fiume Nilo accolsero la preghiera dei
Pigmei, che domandavano loro di proteggerli durante la notte. Per compiere il
loro dovere, una gru avrebbe vegliato tutta la notte, tenendo in una zampa
sollevata un sasso, così che questo, cadendo, l’avrebbe svegliata se si fosse
addormentata.
Guanto d’arme. Guanto di ferro, solitamente posto in palo. Si deve blasonare se si tratta di guanto relativo alla mano destra o sinistra. Nella forma più antica, non presenta divisioni per le dita, come invece avviene nella moderna.
Guarnito o Guernito di. Armi con impugnatura; strumenti a fiato con ghiera; navi con attrezzature di smalto diverso.
Guelfa (alla). Merlatura quadra (e non si blasona). Cfr. ghibellina (alla).
Guinzagliato. Di cani o falconi trattenuti da guinzagli.