Lo stemma reale francese era (fino al 1375) d’azzurro, seminato di gigli d’oro e poi d’azzurro, a tre gigli d’oro.
L’erede legittimo e il primo figlio di questi portavano a volte una bordura. Non era affatto sconosciuto l’uso del lambello usato come brisura.
Tuttavia, venne sviluppato un sistema più semplice. I figli minori di un sovrano aggiungevano sempre una pezza allo stemma reale per differenziare il loro da quello del regnante.
Queste figure erano: I un lambello, II una bordura, III una banda e IV una bordura dentellata.
La pezza aggiuntiva era di rosso, almeno che non fosse già in uso, nel qual caso veniva portata composta (scaccata di una fila) d’argento e di rosso.
Un lambello d’argento fu usato solo nel 1375. Esistono anche due esempi di bordura d’argento. Una banda d’argento non fu mai portata. Ecco come dovevano presentarsi gli stemmi dei figli del sovrano:
In seguito, però, questo sistema fu abbandonato, in quanto ai figli del re venivano concessi degli appannaggi: ad esempio al primogenito (il cosiddetto Delfino) veniva dato il Delfinato (regione della Francia), ad un altro la contea di Berry, a un altro ancora la contea di Provenza e così via, in modo che essi potessero inquartare lo stemma reale con quello dei possedimenti. Un metodo piuttosto semplice e pratico per risolvere il problema delle brisure, ma che -- se ci si pensa un attimo -- funzionava ottimamente soltanto per la prima generazione di figli. Cosa succedeva, infatti, se, ad esempio, un nonno regnava sul trono di Francia e un nipotino era ancora in vita? Fino al 1771 si faceva uso di diverse forme di seminato, così che uno poteva ritrovarsi sullo stemma due o più quarti di Francia (cioè azzurro, seminato di gigli d’oro) diversi. Fu così che dal 1771 si tornò all’uso delle brisure...
Si noti che le figlie femmine non hanno brisure: esse portano lo stemma paterno (con brisure, inquartature e così via) su una losanga (le donne non hanno scudo) e la corona.