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IL PANORAMA STORICO |
Le
origini di Lucca sono molto remote, probabilmente dovute ai Celti Liguri, che
hanno fondato sulle rive del fiume Serchio, il villaggio di Luk, (luogo cinto
dalle acque). In seguito la citt? ? conquistata dagli Etruschi, quindi dai Romani,
con i quali segue l?ascesa e la caduta dell?impero d?Occidente. Dopo un periodo
di continue invasioni, con i Longobardi si ha un lungo periodo di stabilit?.
Lucca viene scelta come capitale del Ducato di Tuscia e intorno al 650 viene
aperta la Zecca che batte esclusivamente tremissi. Nel 773 ai Longobardi
subentrano i Franchi, che confermano Lucca capitale del Ducato e mantengono in
attivit? la Zecca.
Dopo
il periodo dei tremissi d?oro longobardi, vi ? una fase di transizione
verso il sistema carolingio (lira / soldi / denari) durante il quale vengono
battuti tremissi d?oro e denari d?argento. In seguito, anche per
la penuria di oro, dall?anno 814 sono battuti solo denari. Verso il 950 Ugo di
Provenza riorganizza il territorio del regno d?Italia. Raggruppa le Contee e
pone al vertice, uno dei Conti con poteri speciali: ? chiamato Marchio (poi
marchese) e Lucca ? capitale della Marca Tuscia. Questo privilegio, col tempo
diventa sempre pi? oneroso e i Lucchesi intendono liberarsi dell?incombente
potere marchionale, a favore di un rapporto diretto con il lontano imperatore.
Tra il 1039 e il 1125 l?economia ? in fase calante e la monetazione ne risente.
Oltre al denaro, che comincia a perdere in titolo,? vengono battuti mezzi
denari e medaglie (oboli) in mistura. Intanto nel 1115 muore Matilde
di Canossa e Enrico V scende in Italia
per prendere possesso dei feudi. Nasce la lotta tra impero e papato per la
successione dei territori. In questa lotta si inseriscono le citt? che aspirano
all?autonomia e le nascenti signorie, parteggiando per l?uno o per l?altro,
secondo i benefici e privilegi che riescono a ottenere. La Marca si avvia quindi a diventare un mosaico di feudi imperiali, papali, Signorie e Comuni
liberi, che reclamo il privilegio di battere moneta.
In questo contesto, Pisa? si costituisce Repubblica e
incoraggiata dall?imperatore che concede ai pisani gli stessi privilegi della
capitale, aspira a contendere a Lucca il predominio e la Zecca pisana batte denari ad imitazione del denaro lucenses. La scorretta
concorrenza fa insorgere i Lucchesi che invocano giustizia e il Papa Adriano V,
nel 1158 lancia il divieto di battere denari lucchesi fuori di Lucca. La
questione resta irrisolta fino al 1181 quando, col patto di Concordia, Pisa
stabilisce di battere moneta propria e cessa di imitare i conii lucchesi.
Federico I Barbarossa intanto, nel 1161, per ingraziarsi i Lucchesi (in maggioranza
Guelfi) concede le istituzioni Comunali. Inizia un periodo di relativa pace che
favorisce lo sviluppo economico. La citt? si espande e si arricchisce di
palazzi. I nuovi Stati emergenti della Marca, si mostrano ostili all?impero e
quindi a Lucca, simbolo del potere imperiale. Ottone IV scende in Italia e con
una serie di provvedimenti cerca di mettere ordine tra i contenziosi, in
particolare concede vari benefici a Lucca. E? il 1208 e i Lucchesi mostrano la
loro riconoscenza verso Ottone IV, con la ?Riforma monetaria?. Da questo
momento le monete hanno il monogramma di Ottone, fino al periodo della
Repubblica. Il nome di Ottone resiste anche oltre.
L?economia migliora e si battono Grossi
d?argento. Nel 1212 Federico II imperatore, stabilisce che le monete conservino
il riferimento a Ottone e finalmente riprende la monetazione in oro: il Grosso.
Anche il denaro ? emesso con un titolo migliore, si chiama albulo o reforziato.
Nel 1314 uno scontro di piazza tra guelfi Bianchi e Neri, favorisce la presa del potere del ghibellino Uguccione della Faggiola, gi? signore di Pisa. Il suo tirannico governo dura due anni, poi nel 1316 una sommossa lo caccia dalla citt? che offre il titolo di Podest? a Castruccio degli Antelminelli. Sfruttando la sua capacit? militare, Castruccio sconfigge i fiorentini. In questa occasione vengono emessi i castruccini, pezzi da mezzo grosso.? Castruccio diventa il pi? valido collaboratore dell?imperatore Ludovico il Bavaro, che ricambia nominandolo duca e vicario imperiale. Improvvisamente muore nel 1328, mentre accompagna l?imperatore a Roma per l?incoronazione. Ludovico torna in Germania senza pagare le truppe mercenarie, che si rivalgono mettendo in vendita Lucca. Gherardo Spinola se la accaparra, ma Firenze non desiste dai propositi egemonici e intraprende la via delle armi. La guerra va per le lunghe e lo Spinola dopo diciassette mesi si ritira e nel 1331 abdica per Giovanni re di Boemia. Avendo un re come ?signore?, la zecca batte una nuova moneta che viene chiamata reale. Ancora una volta il nuovo ?signore? non pu? o non vuole impegnarsi troppo a lungo in una guerra e la citt? passa da un proprietario all?altro finch? viene acquistata proprio da Firenze.
Sentendosi minacciata da Firenze, Pisa aggredisce Lucca, che cade dopo un assedio di undici mesi. Col passaggio alla Signoria di Pisa, la Zecca dal 1342 batte monete di stile pisano. Ai consueti soggetti si affianca l?aquila ghibellina e la produzione monetaria si arricchisce di nuovi pezzi.
Nel 1369 ? imperatore Carlo IV di Boemia, figlio di quel Giovanni che era stato ?signore?. Scende in Italia,? ristruttura la Marca Toscana e libera la citt? che si costituisce Repubblica. Per riconoscenza, sulle monete compare il riferimento a Carlo di Boemia.
Nel 1400 dopo una serie di lotte tra fazioni, il potere ? preso da Paolo Guinigi che abolisce lo statuto repubblicano e si costituisce ?signore?. La Repubblica sembra tramontata, ma si tratta solo di una parentesi che si chiude nel 1429. Guinigi esce di scena senza lasciare traccia sulle monete e i Lucchesi, fatto tesoro di questa esperienza, si organizzano in modo da conservare la riconquistata libert?. Cos? mentre Pisa e Siena cadono sotto il dominio di Firenze (1509 e 1556), la Repubblica di Lucca continua la sua Storia fino al 1799.
Verso la met? del XV secolo, sulle monete compare, nel campo o in leggenda, lo stemmino (armetta) del funzionario di Zecca. All?inizio del XVI secolo le monete sono ancora senza data, ma dal 1543, pi? o meno come per altre Zecche Italiane, compare la data. E? un periodo che vede una decisa evoluzione anche in altri Stati e che nasce dalle esigenze di avere una ?moneta reale? in alternativa alla ?moneta di conto? e da quelle di adattarsi alla politica monetaria di Francia e Spagna, basata sullo scudo. Viene quindi stabilito di battere lo scudo d?argento (o Ducatone) del peso di circa un?oncia. Il monogramma di Ottone viene sostituito dallo scudo con? ?LIBERTAS? in banda. La produzione monetaria si arricchisce con i sottomultipli dello scudo, ma anche di pezzi minori.
Nel XVII secolo compaiono ulteriori emissioni: la doppia d?oro, il grosso (o barbone) da 12 soldi, il grosso da 6 e da 3 soldi e il panterino, un quattrino con una pantera per soggetto. Tra le novit? ? da segnalare il Luigino per il Levante, emesso anche da altre Zecche italiane, per i commerci con il ?Turco?.
Con l?invasione napoleonica, la Zecca sospende le emissioni. Nel 1805 Napoleone impone la sorella Elisa e il marito Felice
Baiocchi come pr?ncipi di Lucca e Piombino. I principi fanno battere monete, ma
siccome con la soppressione del Regno di Etruria, si sono trasferiti a Firenze,
si servono di quella Zecca e battono monete secondo il sistema monetario
napoleonico. Battono Franchi e centesimi in modeste quantit? e quindi piuttosto
rari. Dopo la caduta di Napoleone, nel 1817 Lucca diventa Ducato e le emissioni sono riprese nel 1826 da Carlo
Ludovico di Borbone.
La Zecca batte pezzi d?argento: 2 lire, 1 lira, 10 soldi;? in
mistura: 5 soldi, 3 soldi, 2 soldi; in rame: 5 quattrini, soldo, duetto, mezzo
soldo, quattrino. Da segnalare una particolarit?, nel 1835 la Commissione monetaria, al fine di riutilizzare vecchi ?bolognini? usurati, ritirati dalla
circolazione, stabilisce di ribatterli con nuovi conii, quasi uguali a quelli
vecchi e con la data del 1790. Quelli nuovi si riconoscono dai vecchi per il
ramo di alloro a sinistra, che ha sei foglie invece che nove. Sono gli ultimi
anni di attivit?. Nel 1841 viene battuta l?ultima moneta (soldo). Nel 1847 il
Duca vende il feudo a Leopoldo II e la Zecca viene chiusa.
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