BREVE STORIA NUMISMATICA dal 1800 ad oggi Lamoneta.it (Manuale)


Parte Prima
DAL GREAT RECOINAGE ALLA REGINA VITTORIA


Il febbraio del 1816 ? una data che segna una pietra miliare nella lunga e complessa storia della numismatica occidentale. ? infatti in quella data che inizia in Gran Bretagna il cosiddetto ?Great Re-Coinage?, la ?grande riconiazione?. Passata la sbornia e il pericolo napoleonico, con un atto del Re Giorgio III si decise di rimettere ordine e di reimpostare tutte (o quasi) le emissioni monetarie del Regno (che all?epoca era la prima potenza economica mondiale). Ma questo fatto da solo non basterebbe a giustificare la grande importanza del Great Recoinage; importanza che deriva invece dal fatto che come frutto del rinnovamento nascer? una nuova moneta d?oro (terza in ordine cronologico nelle grandi monete dell?Ottocento, dopo il Dollaro americano e il Marengo francese) che segner? per un secolo la storia e l?economia dell?Occidente: la Sterlina Inglese.
? infatti con l?emissione del primo ?Sovereign? (Sovrano) moderno che inizia la storia di questa gloriosa moneta, certo erede di una secolare tradizione che affonda le proprie radici nel medioevo, su su fino a Guglielmo in Conquistatore. Ma andiamo con ordine.

La nascita del "Pound Sterling"
Storicamente il sistema monetario inglese era basato sullo scellino d?argento, diviso a sua volta in 12 penny. Le monete d?oro, che esistevano, pi? che una vera e propria unit? di conto, valevano come multipli dello scellino. Una delle pi? famose monete d?oro fu ad esempio la Ghinea, emessa per la prima volta sotto il regno di Carlo II (1663). A riprova del fatto di non rappresentare la vera unit? di conto sta il fatto che a seconda della valutazione dell?oro, il valore della moneta fluttu? negli anni tra gli iniziali 20 sino ad un massimo di 30 scellini, sino ad essere definitivamente valutata 21 scellini nel 1717.
Inoltre fino all?inizio dell?Ottocento l?emissione di moneta (tanto d?oro quanto d?argento) era un evento non certamente comune e non di rado capitava che, per ovviare alla mancanza di pezzi circolanti, signori e personalit? locali coniassero propri ?gettoni?, con i pi? disparati valori e forme, da immettere nella circolazione delle contee. E se questo fatto oggi pu? far la gioia di molti collezionisti di numismatica medievale, all?epoca non doveva certamente essere il massimo dal punto di vista della razionalizzazione del sistema monetario.
Fu quindi in questa situazione che si arriv? al Great Recoinage del 1816. Certamente non si tratt? di rivedere tutto il sistema monetario, quanto piuttosto, partendo da alcuni ?punti fissi?, razionalizzare, e rinnovare dal punto di vista economico, il sistema stesso.
Per iniziare vennero quindi mantenuti, come ?punti fissi? i due storici cardini della monetazione inglese, vale a dire il penny come valore base e lo scellino, valutato in 12 penny.
Fu quindi deciso, e qui la prima grande novit? dal punto di vista economico, di abbandonare il diffuso sistema basato sull?argento per adottare un sistema, monometallico, basato solo sull?oro, sistema che prender? il nome di ?Gold Standard? e che durer? in Gran Bretagna ben oltre la prima Guerra Mondiale, sino al 1931. Abbandonata definitivamente la Ghinea (che rimarr? in uso, sino al 1970, solo come unit? di conto nelle aste e nelle grandi transazioni), venne quindi introdotto, come nuova unit? monetaria, il ?Gold Sovereign? (Sovrano d?oro), pari a 7,98 grammi d?oro, con un diametro di 22 mm e valutato in 20 scellini. Essendo il valore dello scellino rimasto invariato a 12 penny, il Sovereign equivaleva a 240 penny.
Alla nuova moneta venne dato il nome di Pound Sterling. Pound, in ricordo dell?antichissima Libbra d?argento introdotta da Carlo Magno, deriva da un termine di inglese antico, a sua volta derivato dal latino, che significa per l?appunto ?Libbra? (da qui anche la traduzione di ?Lira? sterlina). Sterling stava ad indicare l?oro a 22 carati usato, chiamato appunto ?Sterling?, e da qui la traduzione di Sterlina.
Essendo i divisori base della sterlina due (scellino e penny), tutti i prezzi venivano indicati (e fu cos? sino al 1971, quando ci fu il passaggio al sistema decimale) con i tre valori: ?, s, d (rispettivamente simboli di sterlina, scellino e penny). Per fare un esempio, un bene che oggi costa 1 sterlina e 52 centesimi, con il vecchio sistema sarebbe costato circa 1?, 10d, 5 s, vale a dire 1 sterlina, 10 scellini e 5 penny.

Il primo Sovereign
Nella prima emissione in oro, del 1817, sul rovescio del Sovereign viene rappresentato un disegno destinato a diventare e a fare storia, il San Giorgio e il drago disegnato dall?italiano Benedetto Pistrucci, che illustra l?episodio leggendario in cui San Giorgio, patrono d?Inghilterra, uccide il drago; lo stesso disegno che con poche eccezioni (alcune emissioni della regina Vittoria e il millesimo 2002) ? stato sempre raffigurato sui Sovereign fino ad oggi. L?immagine generale della moneta non sar? ancora quella ?definitiva?, che sar? introdotta durante il regno di Giorgio IV e da allora mai pi? cambiato, con il ritratto e i titoli del sovrano sul dritto e l?incisione del Pistrucci ?a tutto campo? e con la data in esergo sul rovescio.

Foto 1 - Sovereign di Giorgio III del 1820


Foto 2 - Sovereign di Giorgio IV del 1823

La sterlina e i suoi sottomultipli
Come conseguenza dell?introduzione del Pound, furono rivisti anche tutti i suoi sottomultipli, adattandoli alla nuova valutazione di 20 scellini. Il peso e le dimensioni con cui vennero coniate tutte le monete rimasero invariati sino al 1971. Sempre in oro vene quindi battuto l?Half Sovereign (mezzo sovrano), con lo stesso disegno del Sovrano e con un peso di circa 4 grami (la met? esatta del Sovereign?) e un valore di 10 scellini.
Tutti gli altri sottomultipli vennero invece battuti in argento, passato per? nel frattempo, giova ricordarlo, da ?unit? di misura? a semplice materiale per la coniazione delle monete. In altre parole il valore delle monete non corrispondeva pi? al valore dell?argento.
Il primo sottomultiplo d?argento fu la Crown (corona), con un peso di 28,9 grammi, un diametro di 39 mm e dal valore di 5 scellini (1/4 di sterlina). Anche per questa moneta, durante il regno di Giorgio III venne usato lo stesso disegno del Sovereign (San Giorgio e il drago), scelta per? non seguita in molte emissioni successive dove vennero raffigurati scudi o stemmi reali, eccezion fatta per alcune emissioni della regina Vittoria e per l?emissione del 1951 di Giorgio VI. La Crown come moneta per la circolazione fu coniata per? solo dal 1818 al 1822 e successivamente fu coniata solo in annate particolari, per lo pi? con intento celebrativo. Pi? fortuna ebbe invece l?Half Crown (mezza corona), di 14,1 grammi, con un diametro di 32 mm e un valore di 2 scellini e 6 penny che fu coniata tutti gli anni dal 1817 sino al 1971, ad esclusione degli anni tra il 1850 e il 1874, a seguito dell?introduzione del Fiorino, di cui si parler? prossimamente.

Foto 3 - La prima Crown di Giorgio III del 1818


Foto 4 - Half Crown di Guglielmo IV del 1834

Lo scellino, una delle monete pi? popolari del regno, venne coniato con un peso di 5,7 grammi e con un diametro di 24 mm, praticamente ininterrottamente sino al 1971. Al dritto era raffigurato il sovrano, mentre sul rovescio stava lo stemma reale, sostituito poi nel 1834, sotto il regno di Guglielmo IV, dal valore ?One Shilling? sormontato da una corona.
Come sottomultipli in argento dello scellino furono coniati il Sixpence, con un peso di 2,8 grammi e 19 mm di diametro, e, sino al 1855, il Groat, moneta dal valore di 4 penny. A questa si aggiunse nel 1845 il Threepence, monetina di 1,4 grammi che non incontrer? mai il favore del popolo ma che incredibilmente durer? sino al 1945.

Foto 5 - Uno Scellino di Guglielmo IV del 1837


I "coppers"
Le uniche monete del periodo precedente che sopravvissero, seppur con qualche modifica, al Great Recoinage furono i ?copper?, ovvero le monete in rame, la principale delle quali era il Penny, moneta di antichissima origine del valore, come ricordato, di un 240esimo di sterlina.
Il Penny nella nuova versione fu emesso per la prima volta nel 1825, durante il regno di Giorgio IV e presentava al rovescio un altro disegno che fece la storia delle monete inglesi, restando ?al suo posto?, pur con qualche modifica da un sovrano all?altro, fino alla decimalizzazione: la figura allegorica di Britannia seduta con in mano il tritone.
Nonostante il penny fosse l?unit? base, anch?esso possedeva dei sottomultipli, tutti coniati in rame e tutti con lo stesso disegno della moneta principale, l?Half Penny (mezzo penny) e il Farthing (un quarto di penny), sino al 1827 la frazione pi? piccola della monetazione britannica.
Siccome per? le monete britanniche circolavano in molte parti dell?Impero e in queste parti il costo della vita e dei beni era di molto inferiore a quello della madrepatria, ben presto si resero necessarie ulteriori denominazioni inferiori, tra le quali l?unica che ebbe valore legale anche nel Regno Unito fu il Mezzo Farthing, anch?esso di rame, che circol? tra il 1842 e il 1869.
Sebbene oggi possa apparire paradossale, (basti pensare alle lamentele per le monetine da 1 e 2 centesimi di euro) all?epoca in Gran Bretagna esistevano quindi monete da 1/240esimo di Sterlina (il Penny), 1/480esimo (Half Penny), 1/960esimo (Farthing) e persino una oggi anacronistica moneta, il Mezzo Farthing, all?incirca grande quanto la moneta da 1 centesimo di euro e dal valore di un millenovecentoventesimo di Sterlina.

Foto 6 - Un Penny di re Giorgio IV del 1826


Foto 7 - Farthing di Giorgio IV del 1821

Foto 8 - Mezzo Farthing della Regina Vittoria del 1847















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