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TERZO PERIODO: DOGI BIENNALI | Lamoneta.it (Manuale) |
Dopo due secoli di lotte intestine, col contributo del principe Andrea Doria nel 1528 viene approvata la riforma istituzionale che mette fine alle dispute interne alla Repubblica. Dal Doge a vita si passa al Doge biennale coadiuvato da Governatori. Questo lungo periodo di secoli, dal punto di vista numismatico ? suddiviso a sua volta in tre fasi.
Prima fase
Monete senza data, dal 1425 al 1541 (per l'oro) e 1567 (per l'argento).
Gi? in questa prima fase, le monete presentano una nuova legenda sul D/ a testimonianza del cambiamento istituzionale: DVX ET GVBERNATORES REIPVBLICAE GENVENSIS. Tale scritta, con le dovute varianti e abbreviazioni, si conserver? fino al 1798, con l'avvento della Repubblica Ligure. Con questa scritta le monete restano nell'anonimato, riguardo al doge in carica e tale anonimato rester? anche nei periodi successivi. Sul rovescio resta il riferimento a Corrado. Sui due lati continuano ad essere rappresentati con le varianti di stile, il castello e la croce.
Seconda fase
Monete con data, dal 1541 e 1567 al 1638.
Sulle monete d'oro dal 1541 comincia a comparire la data sotto al castello. La moneta si chiama scudo, pesa 3,35 grammi e misura 24 mm. Allo scudo seguiranno i multipli, fino a raggiungere la dimensione di 60 mm. (25 doppie =50 scudi). Il maggior spazio a disposizione consente di aggiungere proporzionalmente altri motivi ornamentali. Al castello sono affiancati grifoni, corone, stelle. I cerchi di perline raddoppiano. La croce ? variamente ornata, ma le legende restano sostanzialmente le stesse.
Sulle monete d'argento, il primo esemplare conosciuto porta la data del 1567 e viene chiamato anch'esso scudo, in quanto ha lo stesso potere di acquisto (4 lire), pesa 37,12 grammi e misura 40 mm. Anche per queste si assiste ad un maggior sfruttamento dello spazio. Negli angoli della croce trovano posto dei cherubini.
La monetazione di questo periodo vede anche la produzione di monete che si ispirano a quelle emesse dalla Repubblica di Venezia; Lo zecchino d'oro, il ducatone e il testone d'argento. Nello zecchino per la prima volta scompare il castello sostituito da san Giovanni Battista che consegna al doge inginocchiato, il vessillo. Sul R/ il redentore prende il posto della croce e attorno, per la prima volta il riferimento a Corrado ? sostituito dalla scritta "DEO.OPT.MAX.GLO".
Terza fase
Monete dal 1638 al 1797.
A partire dal 1638 le monete subiscono una notevole modifica che rappresenta un taglio col passato.
Viene abbandonata al D/ l'effigie del castello arcaico e al R/ la legenda riguardante l'imperatore Corrado. Questo cambio ha diverse motivazioni. Tra le altre quella di emettere monete che siano simili a quelle con maggior richiesta sul mercato, ma soprattutto la Repubblica vuole imitare il prestigio dei grandi stati nazionali, che sulle loro monete hanno l'effigie di un monarca. Genova per? non ? governata da una famiglia che si tramanda il potere come avviene in Toscana o in Piemonte. E' una Repubblica oligarchica e non pu? effigiare le monete con i dogi e i governatori che cambiano ogni due anni. Quindi la scelta cade su un personaggio stabile nel tempo e al di sopra di tutti: la Madre di Dio. Per questo la Madonna viene incoronata regina di Genova con solenne e suggestiva cerimonia e sulle monete il castello ? sostituito dalla Madonna in vari atteggiamenti, col Bambino, seduta su nuvolette, con cherubini, con corona di stelle etc. Intorno la scritta "ET REGE EOS".
Sul R/ la croce viene incorporata in scudo crociato e coronato di varie forme. A cuore, a ovale, a punta, con cartocci.
Nei pezzi di grosso taglio ai lati dello scudo ci sono i grifoni. Intorno resta la scritta "DVX ET GVBERNATORES." con le consuete varianti. Nello stesso periodo oltre alla Madonna compaiono anche altri soggetti religiosi: san Giorgio e san Giovanni Battista. Ognuno con legenda diversa.