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IL CREPUSCOLO DELLA REPUBBLICA |
- LE GUERRE CIVILI 49 - 27 a.C. |
Verso la met? del I secolo aC la Repubblica volgeva al tramonto ed una sanguinosa guerra civile? port? infine all?instaurarsi di un regime autoritario a Roma. Questi sconvolgimenti non lasciarono immune la produzione di moneta. Nel corso della guerra infatti le attivit? della zecca del Campidoglio furono affiancate dalle monetazioni ?private? prodotte dai singoli contendenti al fine di finanziare le loro campagne militari. Si tratta, com?? facile intuire, di emissioni illegali in quanto prive dell?avvallo del Senato e della firma di un IIIVIR monetalis.?
Il conflitto ebbe inizio nel 49 aC, al ritorno di Cesare? dalla Gallia. Prima di varcare il Rubicone Cesare emise moneta nonostante non rivestisse il ruolo di magistrato monetale. Una zecca al seguito delle legioni, probabilmente a Mediolanum, inizi? l?emissione di moneta privata recante la leggenda CAESAR, una sfida aperta alle istituzioni repubblicane. In breve tutti i partecipanti al conflitto si ebbero la necessit? di coniare moneta propria per pagare le truppe. Nel corso di questo periodo la zecca di Roma continu? ad emettere moneta firmata dai IIIVIR fino al 40. Da quella data, con le emissioni di Graccus e Vitulus, la lunga serie di emissione repubblicane a Roma cess? per pi? di un decennio. Con l?instaurarsi del principato di Augusto? si pu? considerare conclusa la monetazione repubblicana. Classicamente si pone la data di passaggio tra Repubblica ed Impero al 16 gennaio del 27, quando il Senato confer? ad Ottaviano il titolo di Augusto.
1) CESARE E SUOI ALLEATI |
Cesare comp? due passi fondamentali nel rivoluzionare la monetazione romana. Il primo nel 49 quando emise la prima moneta illegale recante la dicitura CAESAR. Il secondo nel febbraio del 44 quando, ottenuto l?avvallo del Senato, fece coniare alla zecca di Roma dei denari con il suo ritratto, alla maniera di regnanti ellenistici. Entrambi questi passi furono senza ritorno e modificarono in modo permanente la monetazione di Roma.
Da quel giorno ogni imperatore, per quanto effimero, ed ogni usurpatore accondiscese alla vanit? personale di vedere il proprio ritratto sulle monete. La severa regola repubblicana che voleva mantenere la moneta al di sopra dei giochi della politica fu cancellata. Le monete divennero veicolo di propaganda dal quale il regnante pubblicizzava il suo nome con ritratto e, dal rovescio, il programma politico del suo principato. Da quel momento ebbe anche fine la grande variet? di rappresentazioni presenti sulle monete, dato che il diritto venne sempre occupato dal ritratto.
Significativa della monetazione di Cesare fu anche la produzione di aurei e di un nominale in bronzo, probabilmente un dupondio, che segnava la ripresa della produzione di moneta in metallo vile dopo almeno cinquant?anni di stasi.
Tra il 49 e il 44 le emissioni a nome di Cesare sono legate ai suoi spostamenti nella lotta contro i pompeiani e permettono di seguire il percorso delle sue vittorie. Anche dopo la sua morte alcuni IIIVIR continuarono ad effigiare il suo ritratto sulle monete.
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Cesare, Denario 49 aC Mediolanum (?) RRC 443/1. Elefante che schiaccia una tromba gallica. R/ Emblemi del pontifex maximus. L?immagine al diritto ? una fine allegoria delle vittorie ottenute in Gallia: Caesar in lingua punica significa elefante. |
Cesare, Denario 47-46 aC Nord Africa RRC 4458/1 testa di Venere. R/ Enea porta in salvo il padre Anchise ed il Palladion. Entrambe le raffigurazioni di questo denario alludono alla discendenza della Gens Julia da Venere in persona e da Enea. Questo denario ? l?unico della serie repubblicana a ricordare l?eroe troiano. |
Cesare, Aureo 46 aC Roma, RRC 466/1. Testa velata di Vesta. Emblemi del pontificato. |
Cesare Denario Roma gennaio ? marzo 44 aC, RRC 480/3. Testa di Cesare laureata. R/ Venere tiene una vittoriola, scudo e lungo scettro. Questo ? uno dei primi ritratti di Cesare quando il dittatore era ancora in vita. |
Marc?Antonio produsse una monetazione molto abbondante, articolata in pi? fasi. In una prima assistiamo alla devozione della memoria di Giulio Cesare. Vinta la battaglia di Filippi, Antonio pone il suo ritratto al fianco di quello di un giovane Ottaviano. Celebra le figure del fratello Lucio Antonio e della moglie Ottavia, sorella di Ottaviano. Infine, tornato dalla disastrosa missione contro i Parti, Antonio insegue l?idea di trasformare Roma in un regno di tipo ellenistico, in questo istigato dell?intraprendente regina dell?Egitto Cleopatra, divenuta sua amante dopo la morte di Ottavia. Memorabile il denario che li ritrae insieme. L?ultimo atto fu l?emissione della serie dei denari legionari da una zecca orientale (probabilmente a Patrae). In attesa dello scontro decisivo ad Azio, Antonio celebr? sulle monete ognuna delle legioni che erano al suo seguito. Dato che la lega usata per questa emissione ? povera d?argento, per la legge di Geersham, i denari legionari rimasero in circolazione per moltissimi di anni, tanto da essere trovati ancora in ripostigli dell?et? degli antonini.
Antonio, Denario, Efeso 41 aC, RRC 517/2. Testa nuda di Antonio. R/ testa nuda di Ottaviano. Questo denario fu coniato pochi mesi dopo la vittoria di Filippi per testimoniare l?accordo che regnava tra i due cesariani. |
Antonio, Denario, Alessandria,? autunno del 34 aC, RRC 543/1. Testa nuda di Antonio, una tiara armena dietro di lui. R/ Testa di Cleopatra. Vale la pena di riportare la leggenda nella quale Cleopatra si definisce: CLEOPATRAE REGINAE REGUM FILIORUM REGUM |
Cleopatra
Antonio, Denario, Patrae 32-31 aC, RRC 544. Galea romana. R/ Insegne di legione. La leggenda al diritto recita: ANT(ONIUS) AUG(UR) IIIVIR R(EI) P(UBLICAE) C(ONSTITUENDAE). |
Nell?incertezza che segu? la morte di Cesare il nipote Ottaviano dovette districarsi con prudenza su un terreno politico avverso. La sua monetazione riport? inizialmente la leggenda CAESAR III VIR RPC, fintanto che il triumvirato con Antonio e Lepido ebbe credibilit?. Si fregi? anche del titolo di DIVI F(ILIUS), rimarcando la discendenza da Giulio Cesare. Di particolare eleganza i denari anepigrafi risalenti al periodo 30-27, sui quali Ottaviano appare ritratto in modo molto vigoroso e veritiero, a differenza di quanto avverr? in epoca imperiale con l?idealizzazione del suo ritratto. Le monete di quegli anni, caratterizzate dalla leggenda IMP CAESAR, commemorano la vittoria di Azio ed alcuni grandi monumenti di Roma.
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Ottaviano, zecca imprecisata d?Italia, 36 aC, RRC 540/2. Ritratto di un giovane Ottaviano barbuto. R/ Tempio del Divo Gulio Cesare ed altare ove fu eseguito il suo funerale (a destra i suoi resti attuali). Ivi, secondo la tradizione, si tenne il discorso di Antonio, immortalato da Shakespeare.? |
Ottaviano, denario, Roma (?) 30-29 aC, Ric vol I n? 267. Testa nuda di Ottaviano. R/? Arco commemorativo della vittoria di Azio, sormontato da quadriga. L?arco fu fatto erigere nel foro ed attualmente non ? pi? localizzabile con certezza. |
Ottaviano, denario, zecca italica 31 aC, RIC vol I n? 255. Testa nuda di Ottaviano. R/ Vittoria su globo. La bella immagine della Vittoria commemora la vittoria di Azio. |
Ottaviano, denario, zecca italica 30 aC, RIC vol I n? 264. Vittoria su prora. R/ Ottaviano in quadriga trionfale.? La Vittoria su prora allude alla vittoria nella battaglia navale di Azio. |
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Ottaviano, deanrio, zecca sud italica 30-29aC, RIC vol I n? 266. La curia Julia (a destra come appare adesso nel foro), l?edificio che ospitava il Senato romano, la cui ristrutturazione, iniziata da Cesare, termin? nel corsdo del regno di Ottaviano. A causa della ristrutturazione di questo edificio, l?uccisione di Cesare avvenne nel teatro di Pompeo ove si era temporaneamente spostata l?attivit? del Senato. |
Ottaviano, Roma (?) 28 aC, RIC vol I 545. Testa nuda di Ottaviano. R/ coccodrillo. Questo denario commemora la conquista dell?Egitto. |
2) POMPEIANI E CESARICIDI |
Pompeo Magno emise poche monete a suo nome. Subito dopo la sua fuga in Grecia, sono rimarchevoli due denari, onoranti Giove. Il suo ritratto non compare sulle monete, segno del? rispetto che il Magno ebbe sempre per le istituzioni repubblicane.
Pompeo Magno, Denario, RRC 446/1. Testa diademata di Numa Pompilio. R/ prua di nave. Emissione prodotta in Grecia nel 49-48 dopo la fuga di Pompeo da Roma. |
Fuggito prima in Africa e poi in Spagna, Cneo fu infine sconfitto da Cesare a Munda nel 45. La sua monetazione ? convenzionale, se non per il fatto di riportare il suo nome.
Cneo Pompeo, Denario, Cordova, 46-45 aC. RRC 469/1a. a nome di un propretore di nome M Poblicius. Testa di Roma R/ La Spagna porge un? ramo di palma a Pompeo in abiti militari. Questa emissione avvenne in preparazione dell battaglia di Munda (17 marzo 45), fatale ai pompeiani. |
La monetazione del ribelle Sesto, asserragliatosi in Sicila tra il 42 e il 36 ? di particolare interesse. A Sesto spett? il compito di onorare il padre con i migliori ritratti che ci sono pervenuti.
I temi trattati sono quelli della tradizione siciliana: la galea, simbolo della potenza navale di Sesto, i fratelli catanesi Anapias e Anfimione che mettono in salvo i genitori dall?eruzione dell?Etna, il porto di Messina con il faro, Scilla infuriata nell?atto di distruggere un?imbarcazione. Nelle leggende Sesto si autoattribuisce l?altisonante titolo di PRAEF(ECTUS) CLASS(IS) ET ORAE MARITT(IMAE) EX S(ENATU) C(ONSULTO), nella realt? dei fatti si comport? pi? come un pirata che come un legato romano.?
Sesto Pompeo, Sicilia 42-40 aC, RRC 511/3a. Testa di Pompeo Magno. R/ Complessa scena, raramente completa sulle monete: Nettuno, con in mano una foglia di aplustro, ? tra i fratelli Anapia e Anfimione, ognuno dei quali ha uno dei genitori sulle spalle. |
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Sesto Pompeo, Denario, Massilia 44-43 aC RRC 483/2. Testa di Pompeo Magno R/ Bella galea a vele spiegate. Nel campo una stella. |
Sesto Pompeo, Sicilia 42-40 aC, RRC 511/4a. Veduta del porto di Messina, con il faro sormontato da una statua di Nettuno, una nave da guerra in basso. R/ Il mostro Scilla brandisce un timone con fare minaccioso. |
Scipione Metello fu un valido generale che milit? tra le file dei pompeiani. Nei mesi precedenti la battaglia di Tapso (febbraio 46), raccolse quel che restava dei progughi di Farsalo in Africa, a Utica. Per finanziare le truppe in attesa dello scontro con Cesare, Scipione emise moneta a suo nome, in parte seguendo la tradizione dei Metelli, che avevano quale simbolo della Gens l?elefante, in parte onorando l?Africa stessa e le sue divinit?.?
Scipione o (Gens Caecilia), Utica 47-46 aC, Denario, RRC 461/1. Testa dell?Africa con pelle di elefante come copricapo. R/ Eracle (o Melkart) con clava. |
Marco Porcio Catone, fiero oppositore della tirannia di Cesare e fermo difensore dell?osservanza delle antiche tradizioni repubblicane, emise anch?egli moneta ?illegale?. Prima della battaglia di Tapso, assieme alle pi? abbondanti emissioni di Scipione, avvenne una coniazione a nome di Catone. Le necessit? della guerra evidentemente lo costrinsero ad una scelta che in altre condizioni non avrebbe accettato. Catone scelse di adottare gli stessi tipi utilizzati dal suo antenato omonimo, IIIVIR nell?89. L?unica differenza nella leggenda, che recita al diritto M CATO PRO PR(AETOR) nel denario del 46-47.
Catone (o Gens Porcia) Utica 47-46 aC, RRC 462/1b. Testa nuda di Roma. R/ La Vittoria seduta. |
La monetazione di Bruto si svolse tra il gennaio del 42 e l?ottobre dello stesso anno, quando il destino volt? le spalle a Bruto nel decisivo scontro di Filippi. Arrivato a Smyrna nel gennaio del 42, Bruto emise moneta recante legenda BRUTUS o CAEPIO BRUTUS PRO COS. Nel primo caso tornando alla leggenda presente delle emissioni del 54 (emesse in qualit? di IIIVIR); nel secondo facendo appello al titolo attribuitogli dal Senato di proconsole nell?Illirico. Al rovescio compaiono i nomi di sottoposti facenti le funzioni di IIIVIR (Lentulus Sphinter, Casca Longus e Plaetorius Caestianus). I riferimenti ai temi cari al cesaricida ritornarono immediatamente: la Libertas velata e gli emblemi del pontificato. In questa prima fase si intravede tuttavia il tentativo di dare una parvenza di legalit? alla sua coniazione. Seguirono, in corrispondenza alle abbondanti spoliazioni effettuate nei territori della Grecia e Macedonia, altre emissioni nelle quali per la prima volta Bruto si definisce BRUTUS IMP(ERATOR).
Come si giunse all?inevitabile scontro finale, Bruto in ultimo gett? la maschera e coni? un tipo monetale che ? divenuto una icona della monetazione classica: il denario delle idi di marzo. La monetazione repubblicana fu prodiga di commemorazioni, ma stavolta ad essere commemorato fu nientemeno che l?omicidio di Cesare. Uno schiaffo, arrogante e beffardo, alla memoria del dittatore e dei suoi accoliti. Al diritto compare l?unico certo ritratto di Bruto, i lineamenti di un uomo tormentato, lo sguardo cupo, negli occhi infossati. Questo denario ? di grande rarit?, quasi che sia stato oggetto di successiva rifusione, cosa non improbabile data la tipologia fortemente offensiva della memoria di Cesare. In uno studio di Kahn (Quaderni ticinesi di Numismatica) ne furono censiti solo 68 esemplari, tra collezioni private e pubbliche.
Bruto, Smyrna 42 aC, Denario RRC 502/2. Testa velata della Libertas. R/ Tripode apollineo tra strumenti pontificali. |
Bruto, Filippi 42 aC, Denario RRC 508/3. Testa di Bruto. R/ Pileo tra due pugnali, alludenti al cesaricidio. In esergo EID(IBUS) MAR(TIIS), le fatali idi di marzo del 44.?? |
La monetazione di Cassio, parallela a quella di Bruto, consta di un auero e tre diversi tipi di denario. La leggenda recita CASSI IMP(ERATOR) e indica il ruolo di comandante delle legioni d?oriente, diviso con il collega Bruto. La tipologia ? simile a quella dell?altro cesaricida: la Libertas velata, gli emblemi dell?augurato, tali emissioni sono probabilmete ascrivibili ai primi mesi del 42, dopo tale periodo le emissioni dei due cesaricidi continuarono solo a nome di Bruto, per motivi a noi ignoti. Nel complesso si tratta di emissioni pi? tradizionali dal punto di vista dei messaggi di propaganda ad esse affidati.
Cassio, Smyrna 42 aC, Denario, RRC 500/3. Testa della Libert?. R/ Emblemi augurali. |
3) LE EMISSIONI DELLA ZECCA DI ROMA |
Nel corso del tribolato periodo delle guerre civili la zecca del Campidoglio continu? l?emissione di moneta legalmente prodotta sotto il controllo dei IIIVIR monetales. Cesare assunse il controllo delle attivit? della zecca nel 48 e? in breve port? il numero dei IIIVIR a quattro membri. I nuovi magistrati agivano comunque sotto il personale controllo del dittatore e questo ne condizion? in parte la tematica, volta principalmente a celebrare le vittorie in Gallia o le virt? di Cesare, come la Pietas. Ciononostante talune emissioni mantengono i temi cari alla monetazione repubblicana come la celebrazione dei propri antenati o di culti locali. Taluni risultano particolarmente interessanti dal punto di vista storico.
Gens Hostilia, 48 aC, RRC 448/2. Testa di Vercingetorige dai capelli scarmigliati. R/Biga gallica in corsa. Emissione celebrativa delle vittorie di Cesare in Gallia. Secondo Crawford la testa virile al diritto non ? Vercingetorige ma pi? semplicemente la raffigurazione di un prigioniero gallico. |
Gens Hostilia, 48 aC, RRC 448/3. Testa della Gallia, una carnyx alle sue spalle. Statua di Diana e cervo. Diversamente dalle donne romane che portavano i capelli raccolti, la Gallia ? rappresentata con la capigliatura scarmigliata, simboleggiante l?appartenenza a popolazioni a barbare. |
Gens Junia o gens Postumia, 48 aC, RRC 450/1. Testa elmata di marte. R/ Due trombe galliche (carnyx) incrociate tra due scudi gallici. Altra emissione celebrativa? delle vittorie in Gallia. Il monetario, Decimo Bruto Albino, nel 44 trad? Cesare e partecip? attivamente alla sua uccisione. |
Gens Junia o gens Postumia, 48 aC, RRC 450/3. Testa nuda di Postumio Albino Reggillense. R/ Scritta in due righe entro corona di spighe. Emissione tradizionale, nella quale il monetario celebra un grande avo, quel Postumio Albino detto il Reggillense che condusse i romani alla vittoria nella battaglia del lago Regillo. |
Gens Carisia, 46 aC, RRC 464/2. Busto di Giunone Moneta. R/ Strumentazione per coniare monete:? conio di martello, conio d?incudine, tenaglie e martello. Questo famoso denario celebra la produzione di moneta nell?antica Roma. Come in uno scatto fotografico possiamo vedere i semplici? strumenti usati dal malliator e dal suppositor per battere le monete. Giunone Moneta (colei che ammonisce) era la protettrice della Zecca del Campidoglio. |
Gens Aemilia, 44 aC, RRC 480/1. Testa di Venere. R/ Silla, reclinato su una roccia, assiste all?apparizione della Luna e della Vittoria. Il rovescio di questo raro denario raffigura il famoso sogno di Silla, riferitoci da Plutarco, che diede a Silla la certezza della vittoria contro i suoi nemici. |
Gens Accoleia, 43 aC, RRC486/1. Busto di Acca Larentia, nutrice di Romolo e Remo. R/ Le tre ninfe Querquetulanee, in forma di cariatidi, sostengono una piattaforma da cui spunta un boschetto di cipressi. |
Gens Claudia, 42 aC, RRC 494/21. Testa radiata del Sole. R/ Crescente lunare e cinque stelle. Sole e Luna in questo denario pregevole dal punto di vista artistico. |
Gens Mussidia, 42 aC, RRC 494/43. testa radiata del Sole vista di fronte. R/ saccello di Venere Cloacina, o purificatrice, consistente in una piattaforma sormontata da due statue. Il sacello sorge nel punto dove Romani e Sabini, dopo il combattimento, deposte le armi si purificarono. Il tipo quindi allude alla pace occorsa tra questi due popoli dopo il ratto delle donne sabine.? |
Testa virile a destra (Ottaviano ?) . R/? Lancia, corona e falera quadrata. Questo denario un po? ambiguo ? considerato di propaganda ?segreta?. Nell?incertezza che segu? la morte di Cesare i IIIVIR coniarono denari che condiscendevano in modo prudente alle ambizioni delle personalit? emergenti di Roma. |
Gens Numonia, 41 aC RRC 514/2. testa virile a destra (Cesare ??). Un soldato armato va all?assalto di un campo difeso da una palizzata. Altro ritratto di propaganda segreta, ritratto di Cesare o antenato del monetario? La scena al rovescio probabilmente si riferisce all?atto di eroismo di un antenato, resosi protagonista della conquista di un campo difeso, atto che valeva un?ambita onoreficenza, la corona vallaris. |