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MONETE SERRATE, SUBEREATE, INCUSE E CONTROMARCATE



INDICE (link all'argomento):


    1) Monete Serrate

    2) Colpi di Sgorbia

    3) Monete Subereate

    4) Monete Incuse

    5) Monete Saggiate e Contromarcate




Gens Appuleia 104 aC, RRC 578, particolare del rovescio incuso



















1 - Monete serrate


Alcune emissioni di denari, nel periodo compreso tra il 110 e il 50 aC, presentano il bordo dentellato (o serrato da serra = sega). Non si tratta di una novit? nella monetazione classica. La dentellatura era stata adottata dai Seleucidi per la produzione di bronzi, dai Cartaginesi per monete d?oro e d?argento e da Filippo V di Macedonia per monete di mistura.



Bordo di denario serrato o dentellato. La profondit? del taglio verso il centro del tondello non ? sempre la stessa cos? come l'ampiezza.



E? difficile per? spiegare il perch? del diffuso impiego di questa strana tecnica da parte dei romani.


Sono state fatte numerose ipotesi a riguardo che riportiamo sommariamente:

  1. la dentellatura del bordo doveva servire a mostrare l?anima argentea della moneta. Si tratterebbe quindi di un meccanismo anti truffa, per mostrare al cittadino che? la moneta non ? subereata. Contro questa teoria si oppone la presenza di monete sia dentellate che subereate. E? stato supposto che i tondelli dentellati fossero prodotti fuori dalla zecca di Roma e che quindi questa cautela fosse richiesta dalla zecca stessa per controllare la qualit? dei tondelli subappaltati a terzi.

  2. la moneta era dentellata per evitare la tosatura della moneta. Tuttavia questo fenomeno ? pressoch? sconosciuto all?et? classica.

  3. la moneta era dentellata per eliminare eccedenze di metallo. Tuttavia l?alleggerimento veniva effettuato mediante colpetti di sgorbia prima della coniazione.

  4. moneta dentellata veniva prodotta appositamente per i commerci con le popolazioni germaniche, che la ritenevano pi? garantita della moneta a bordo liscio.

  5. infine non bisogna dimenticare la valenza estetica della dentellatura. Potrebbe quindi trattarsi solo di una moda diffusasi per abbellire la moneta romana.


Bordo di denario serrato o dentellato. I tagli sono spesso a distanze variabili tra di loro e non hanno un passo uguale.



La metodica di dentellatura ? stata recentemente studiata da Alessandro Guidarelli (La serratura dei denari repubblicani. Monete Antiche n? 21, maggio/giugno 2005), che ha anche ideato e messo alla prova uno strumento in grado di dentellare agevolmente un tondello d?argento.

 

Disegno originale raffigurante l?ipotetico strumento in grado di serrare un tondello (per gentile concessione di Editoriale Olimpia e dell?Autore)

 


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2 - Colpi di Sgorbia


E? abbastanza frequente trovare dei denari repubblicani con curiose scalfitture come questa:

 

  

Gens Rutilia, 77 aC, RRC 387/1, denario? alleggerito da colpo di sgorbia al rovescio. A destra particolare.

 

Questa lesione non ? accidentale ma riportata nel corso del processo di produzione della moneta. Si tratta di un colpo di sgorbia volto ad alleggerire un tondello sovrappeso. Il colpo di sgorbia veniva inferto prima del passaggio sotto i coni, ne ? dimostrazione la debolezza dell?impressione dall?altra faccia della moneta. Questo testimonia che i tondelli venivano ripesati prima della coniatura. I tondelli trovati sovrappeso venivano preriscaldati, sottoposti all?alleggerimento (con pochi, sapienti colpi di sgorbia) e infine posti sotti i coni. Si tratta di un interessante testimonianza delle antiche tecniche di coniazione. Il colpo di sgorbia ? frequente nella monetazione repubblicana mentre ? pi? raro in quella imperiale, forse per il miglioramento delle tecniche di produzione dei tondelli.



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3 - Monete Subereate


Per subereato (sub aes, con il rame sottostante) si intende il denario con un?anima di metallo vile ma rivestito da una pellicola di argento (o fodera, da cui il termine francese fourr?e). Tale truffa ai danni dei cittadini era perpetrata dalla zecca stessa, che non era in grado di garantire la bont? della lega. Non ? escluso che officine di falsari producessero contestualmente monete subereate, ma l?elevata frequenza di tale fenomeno non permette purtroppo di scagionare la produzione ufficiale. La produzione di monete subereate conta infatti ben 250 emissioni a cavallo tra il II e il I secolo aC, con un picco nel biennio 91-90 aC. Che il fenomeo della moneta malata costituisse una vera e propria piaga sociale ? confermato dall?episidio del pretore Gratidiano. Egli, nell?84 aC, fece approvre una legge che permetteva il saggio delle monete (il che implica che fino a quel momento fosse proibito). Nell?82 con il rientro di Silla in Italia Gratidiano venne messo a morte e il suo operato cancellato. Sintomo di crisi finanziaria, la suberazione non sfoci? tuttavia in una svalutazione della moneta n? produsse significativi fenomeni inflattivi, come avvenne invece all?antoniniano a partire dalla met? del III secolo dC.


Gens Cloulia 128 aC, RRC 260/1,? denario subereato. Le parti in rilievo sottoposte ad usura mostrano l?anima vile sottostante



 

Gens Scribonia, 62 aC, RRC 416/1b denario subereato. Ampia ?spellatura? al rovescio che mostra il rame vivo


Per gentile concessione di Warren Esty (http://esty.ancients.info/numis/)

 

La tecnica di produzione di monete subereate ? ancora oggetto di ipotesi e di studio. E? improbabile che l?anima di rame venisse immersa nell?argento fuso, come si pens? inizialmente. Si ritiene che piccoli tondelli di rame venissero rivestiti a freddo da una sottile lamina di argento. Il tondello cos? preparato veniva poi riscaldato fino alla temperatura di fusione dell?argento (960?C) per fare aderire saldamente la pellicola superficiale alla moneta. Data la vicinanza della temperatura di fusione del rame (1080?C) l?adesione dell?argento doveva essere favorita dalla parziale fusione dello strato superficiale di rame. Infine si passava alla coniatura durante la fase di raffreddamento del tondello. Il risultato ? in certi casi stupefacente, solo scalfendo la superficie della moneta era possibile svelare l?inganno.



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4 - Monete Incuse


La moneta incusa presenta sul rovescio la stessa raffigurazione del diritto ma in incuso, cio? in incavo. Bisogna subito distinguere incusi occasionali, ottenuti per errore, dalle monete incuse per caratteristica dell?emissione, come gli stateri emessi in Magna Grecia verso la met? del V secolo aC. Nel caso degli incusi occasionali (brockage in letteratura anglosassone) non si tratta di una caratteristica dell?emissione ma di un errore dovuto alla fretta nelle operazioni di coniazione.

 

Gens Norbana, 83 aC, RRC 357/1 . Rovescio incuso.



Come avviene la coniazione di un incuso:

Secondo la teoria abitualmente accettata la moneta incusa ? un errore dovuto alla dimenticanza di una moneta appena battuta sotto il conio di martello. In tal modo la moneta successiva riceve il normale conio d?incudine al diritto e sul rovescio il conio del diritto in rilievo, con il risultato di reimpreimere in negativo e specularmente rovesciato lo stesso tipo.

 

Meccanismo di produzione della moneta incusa. Un tondello rimane attaccato sotto il conio di martello e l'operatore inizia a coniare monete incuse.

 

 

L?operaio (malliator) continua a coniare monete incuse finch? si accorge dell?errore e toglie il tondello incastrato sotto il conio di martello. La fretta e la necessit? di coniare grossi volumi di monete possono causare tale inconveniente. Un incuso che riguardi il conio d?incudine, ovvero quello su cui si appoggia il tondello vergine, ? improbabile perch? l?operatore vedrebbe subito che il conio ? occupato dalla moneta appena battuta.

La presenza di incusi nei ripostigli monetali dimostra che il mercato accettava volentieri le monete incuse al pari di una moneta normale, essendo le transazioni basate sul valore intrinseco delle monete. Sebbene pi? frequenti in et? romana repubblicana, le monete incuse ?per errore? si ritrovano in qualsiasi altra monetazione antica, sia romana che greca od orientale.

Secondo quanto si evince dai principali testi di numismatica classica non c?? motivo di ritenere che l?incuso sia programmato pertanto gli incusi sono considerate curiosit?, al pari di altri errori in fase di produzione delle monete (doppie battiture, tondelli anomali, ribattiture, clashed dies).

 

Nuove ipotesi:

Le monete incuse in et? romana repubblicana non sono affatto rare e non non vi ? alcuna plausibile spiegazione per questa aumentata frequenza. Talune emissioni sono pi? frequentemente afflitte dal fenomeno degli incusi occasionali: ad esempio Marcius Philippus 113 aC? (RRC 293), M Tullius 120 aC (RRC 280), Vibius Pansa 90 aC (RRC 342/3). Sebbene manchino dati specifici, in et? repubblicana questa incidenza potrebbe assestarsi intorno ad una moneta su 300-500 coniate normalmente. Pu? essere che gli incusi in et? repubblicana siano emissioni deliberate, una sorta di scelta di ripiego, in attesa dell?incisione di nuovi conii. Quando il conio di martello, pi? delicato di quello d?incudine, diventava inutilizzabile, il malliator procedeva a coniare incusi deliberatamente, con lo scopo di continuare la produzione a pieno ritmo. Un trucchetto di ripiego in grado di mantenere la produttivit? a livelli elevati in momenti di emergenza.

Un?altra ipotesi affascinante riguarda la dimensione sacrale della moneta. A scopi rituali la moneta doveva forse essere incusa. L?antica religione della Roma repubblicana era molto complessa, per certi versi quasi una superstizione. Nulla esclude che taluni rituali od abitudini scaramantiche, dei quali nulla purtroppo sappiamo, richiedessero l?offerta di monete incuse. ? quindi possibile che una piccola parte della produzione monetaria fosse riservata come offerta votiva ad un tempio di Roma (Giano?) o per rituali all?interno della stessa Zecca del Campidoglio. Questo spiegherebbe la presenza regolare nel corso di tutta la produzione repubblicana di piccoli quantitativi di monete incuse per ogni emissione.



Gens Vibia 90 aC, RRC 342/5. Rovescio incuso.

 

(Sintesi dell?articolo originale ?Le due facce degli incusi, capolavori od errori? ? visionabile su:? www.roth37.it?? )



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5 - Monete Saggiate o Contromarcate


Un altro fenomeno interessante che riguarda la circolazione delle monete ? il fenomeno dei contrassegni lasciati dai nummularii al fine di saggiare la qualit? dell?argento. Ricordiamo che a Roma esistevano dei cambiavalute (nummularii) che si occupavano di cambiare valuta straniera, l?oro con l?argento e che garantivano la bont? delle monete da loro esaminate. Per l?esame della bont? della lega la moneta veniva incisa con uno scalpellino appuntito. I? contrassegni si ritrovano prevalentemente sul dritto della moneta, qualche volta sul rovescio e raramente su entrambi i lati. La loro posizione ? del tutto casuale sul tondello, senza alcun riguardo nell'evitare di deturpare il ritratto del dritto o la scena raffigurata sul rovescio. Su una singola moneta si pu? ritrovare pi? di un contrassegno. Non essendo stati impressi da un? autorit? ufficiale, i contrassegni non erano in relazione con alcun magistrato monetale, inoltre lo stesso contrassegno si pu? riscontrare su monete diverse. Al contrario, simboli differenti si possono ritrovare sulle monete dello stesso magistrato. Gnecchi cont? anche sei contrassegni differenti su una stessa moneta. I denari pi? contrassegnati sono risultati quelli di Marco Antonio e quelli di Augusto. Esistono almeno 100 tipologie differenti di contrassegni sui denari di Marco Antonio e circa 60 su quelli di Augusto. Tuttavia esistono denari contrassegnati tra il 100 a.C. al primo periodo imperiale fino a Tiberio. La forma dei simboli impressi sulle monete ? spesso semplice, ad esempio alcuni raffigurano figure geometriche come cerchi, triangoli, virgole, pallini o quadrati, e in qualche caso hanno forma simile ad una lettera dell'alfabeto. Altri hanno forme assai strane e non facilmente descrivibili.

Lo studio di riferimento su questo argomento fu portato a termine da Francesco Gnecchi che repertori? pi? di 600 contrassegni di nummularii (Francesco Gnecchi, I contrassegni sulle monete della repubblica e del principio dell'impero. Rivista Italiana di Numismatica III, I, 1890).

 

 

  

Diversi contrassegni dei nummulari sfregiano (o impreziosiscono) il delicato volto di Augusto.




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Alcuni dei contrassegni tratti dalle tavole di Gnecchi

 

 

Il fenomeno delle contromarche riguarda invece maggiormente l?et? imperiale, soprattutto il I secolo aC. La contromarca in questo caso veniva posta dall?autorit? emittente (la zecca) per mantenere in circolazione moneta usurata, garantendone quindi il corso legale. Oppure modificandone il valore, ad esempio trasformando un sesterzio usurato in un dupondio. Oltre alle monete di bronzo furono frequentemente contromarcati i denari di et? repubblicana, rimasti in circolazione ben oltre la fine della repubblica.

(vedi anche la sezione tecniche di coniazione:? Preparazione del Tondello )

 

 

Denario molto usurato della gens Sergia (116-115 aC, RRC 268/1) che presenta una? contromarca di Vespasiano (IMP VES retrogrado ed in incuso) approssimativamente del 74-79 dC.? La contromarca testimonia? una circolazione protratta per almeno 189 anni. Due secoli di umile servizio nelle mani dei romani.

 

 








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