Capitolo 13
Le combinazioni di scudi

Avolte una stessa persona poteva avere più di uno stemma in quanto signore di più di un feudo. Come sistemare, allora, tutte queste insegne? Il primo tentativo fatto fu quello di portare, uno accanto all’altro, più di uno scudo, in modo che ad ogni scudo corrispondesse un feudo. Questa non era, però, né una soluzione pratica (sebbene alcuni manoscritti e monumenti scolpiti ne testimonino l’uso), né una soluzione applicabile ai sigilli. Durante il XII e il XIII secolo i sigilli raffiguravano spesso due scudi, uno sul recto e uno sul verrso, oppure uno scudo in mano al cavaliere, un altro sulla gualdrappa del cavallo e un altro ancora sullo stendardo, in modo da poter raffigurare, tutti insieme, fino a 3 stemmi di altrettanti feudi.

Ma questa soluzione continuava a non essere soddisfacente.

Si pensò, allora, di fare uso delle partizioni per raccogliere in un unico scudo più di uno stemma. La prima partizione ad essere utilizzata in questo senso fu il partito. Ciò permetteva di “accollare” due stemmi diversi in un unico scudo, ma aveva un difetto: venivano raffigurate solo parti di scudo, e si poteva giungere a risultati piuttosto strani, come, ad esempio, bestie mezze leopardi e mezze barche, oppure mezze aquile e mezze leoni, oppure ancora mezze croci (fig.2.9.a).

Invece di dimezzare i singoli stemmi, si pensò di inserire in ognuna delle due parti in cui lo scudo veniva partito gli stemmi interi, ma lo spazio a disposizione risultava spesso poco adatto (fig.2.9.b) e comunque troppo stretto.

Fu così che si utilizzò allora l’inquartato, che aveva l’importante proprietà di non mutilare gli stemmi e di non modificare forma e proporzioni delle figure in essi contenute. Ancora piuttosto rari durante il XIII secolo, gli scudi inquartati si svilupparono durante il XIV secolo ad opera degli spagnoli, e divennero di uso corrente durante il XV secolo. Dapprima furono soltanto 2 gli stemmi che potevano essere raffigurati su uno scudo inquartato: il più importante nel 1° e 4° quarto, l’altro nel 2° e 3°. Poiché però uno scudo inquartato consente logicamente di disporre 4 stemmi diversi, rapidamente assistiamo allo sviluppo di questo metodo, che prevedeva sempre l’uso nel 1° quarto dello stemma più importante (fig.2.9.e).

Ma i quarti di uno scudo inquartato potevano essere a loro volta inquartati o partiti: si fece uso, pertanto, di scudi divisi in 8, 10 o 12 quarti. All’uso corrispose però un abuso, in quanto fecero comparsa scudi divisi in 16, 32, 64 parti!

L’uso dello scudo inquartato non fu, però, l’unico metodo escogitato per riunire in un unico scudo più di uno stemma. Durante il XIII e XIV secolo si provò a fondere insieme più figure, oppure a caricare di stemmi uno scudo nel cuore, oppure una bordura, una banda. Questi tentativi furono frustrati, come già visto, dall’uso pressoché universale dell’inquartatura.

Gli scudi che contengono stemmi diversi non erano solo appannaggio di quei signori che possedevano più feudi: essi consentivano anche di associare su uno stesso scudo gli stemmi delle famiglie dirette ascendenti (arme di origine), oppure lo stemma personale con quello della moglie (scudo di alleanza,1 (fig.2.9.c/d), come pure alle donne di combinare le armi del proprio marito con quelle del proprio padre2 , nonché agli ecclesiastici di riunire in un unico scudo le armi di famiglia con quelle della loro dignità3 (cfr. Bordura nella sezione del vocabolario araldico e fig.2.9.e), o ancora consentivano a comunità ed istituzioni di fondere insieme i loro propri stemmi con quelli dell’autorità da cui erano dipendenti.

Un individuo poteva anche scegliere di inquartare il proprio stemma con quello di un personaggio cui si sentiva legato da vincoli di fedeltà o di gratitudine, così come poteva fare un vassallo verso il suo feudatario (arme di padronanza).

Le possibilità offerte dagli scudi inquartati anche più volte hanno portato nei secoli ad avere per alcune famiglie (e in particolar modo per le famiglie regnanti) degli scudi praticamente illeggibili, in cui erano raffigurati tutti i loro possedimenti e la loro genealogia, ma a scapito della purezza e della chiarezza delle forme e del blasone. Molte famiglie, pur avendo diritto a fregiarsi di stemmi formati da moltissimi quarti, preferiscono usarne 4 o, al massimo, 8. Lo stesso fecero i Savoia in Italia, che, al posto delle armi contenenti anche gli stemmi di Lusingano, Sardegna, Savoia, Gerusalemme...(fig.2.9.g) adottarono nel 1870 il semplice scudo di rosso, alla croce d’argento (Savoia4 ) che riportiamo in fig.2.9.h.

[Picture] [Picture] [Picture] [Picture] [Picture] [Picture]

In inglese la combinazione di più stemmi su uno stesso scudo è detta, con vocabolo proprio dell’araldica, marshalling, dal verbo to marshal che significa anche mettere in ordine, schierare, ordinare, e quindi anche combinare, sistemare [uno stemma].

[Picture] Casa Savoia (dopo il 1870). [Picture] Casa Savoia (ante 1870)