2.1 Protoaraldica

L’uso dello stemma, detto anche insegna o arma, è di origine antichissima. Gli egizi usavano insegne per riconoscere l’autorità civile e militare; i re greci dinanzi a Tebe, i prìncipi partecipanti all’assedio di Troia: tutti avevano il loro stemma dipinto sugli stendardi o inciso sulle armature. Giulio Cesare portava sullo scudo una farfalla e un granchio, simboli di velocità fulminea e sagace lentezza in battaglia; Augusto aveva come stemma una sfinge, Pompeo un leone con la spada in pugno, Mecenate una rana. Anche città e popoli avevano stemmi: ricordiamo solo la civetta di Atene (animale sacro ad Atena-Minerva), la sfinge di Tebe (ricordo del mostro ucciso da Edipo), il sole dei persiani, l’aquila dei Romani. Anche nella Bibbia si fa menzione di insegne di famiglia. Nel libro dei Numeri 2, 2 è scritto:

Gli Israeliti si accamperanno ciascuno vicino alla sua insegna con i simboli dei casati paterni; si accamperanno di fronte a tutti intorno alla tenda del convegno.

Nel cap.2 dello stesso libro, al versetto 34 si legge:

Gli israeliti...si accampavano secondo le loro insegne e così si mettevano in marcia, ciascuno secondo la sua famiglia e secondo il casato dei suoi padri.

Lo stemma ha però assunto il suo significato di identificazione individuale, poi anche familiare, solo nel periodo carolingio e, con la nascita della cavalleria, si è quindi rapidamente diffuso in tutta Europa. L’araldica non riguarda però solo l’Occidente medioevale cristiano. Durante gli stessi secoli sia in Giappone, sia fra gli Amerindi del Nord Ovest (totem), blasoni di stirpe sono stati (e in alcuni casi restano) una viva realtà, come pure presso i paesi islamici. Di tutti questi, come già annunciato nella prefazione, non ci occuperemo.