Ornamento arcivescovile che si colloca normalmente sotto lo scudo, oppure intorno allo scudo stesso, in capo o in punta, variamente disposto.
E’ una stola di lana bianca, a forma di anello, larga 6 cm, ricamata di crocette nere (in antico le croci potevano essere rosse o porpora, cfr. fig.4.4.3.4.a) fatta in modo da girare attorno alle spalle, mentre le estremità (appesantite da lamine metalliche inserite all’interno del tessuto) pendono sul petto e sulla schiena; va indossato sopra la casula. Tre crocette (le due poste sulle spalle e quella dietro il collo) sono dotate di un’asola per inserirvi una fibula preziosa, portata a scopo ornamentale.
Parte della lana viene fornita da due agnelli offerti annualmente al Papa dai Canonici Lateranensi nella festa liturgica di S. Agnese. I pallii sono conservati presso l’altare della Confessione di S. Pietro, nella Basilica Vaticana, dopo la benedizione che ha luogo durante i Secondi Vespri della Festa dei SS. Pietro e Paolo.
S. Anselmo, Arcivescovo di Canterbury, che indossa il pallio. Iniziale miniata del “Monologion” di Hugo Pictor, Jumièges, XI secolo.
Simboleggia la pecorella smarrita, cercata, salvata e posta sulle spalle dal Buon Pastore. Per megilio significare la simbologia di questo ornamento, riportiamo di seguito le preghiere liturgiche che lo riguardano:
Benedizione dei Pallii. O Dio, Pastore eterno delle anime, da te chiamate, per mezzo del tuo Figlio Gesù Cristo, con l’appellativo di pecore del gregge, e il cui governo hai voluto affidare, sotto l’immagine del buon Pastore, al beato Pietro apostolo e ai suoi Successori, effondi, per il nostro ministero, la grazia della tua benedizione sopra questi Pallii, scelti a simboleggiare la realtà della cura pastorale. Accogli benigno le preghiere che umilmente ti rivolgiamo e concedi, per i meriti e l’intercessione degli Apostoli, a coloro che, per tuo dono, indosseranno questi Pallii, di riconoscersi come Pastori del tuo gregge e di tradurre nella vita la realtà significata nel nome. Prendano su di sé il giogo evangelico imposto sulle loro spalle, e sia per loro così lieve e soave da poter precedere gli altri nella via dei tuoi comandamenti con l’esempio di una perseverante fedeltà, fino a meritare di essere introdotti nei pascoli eterni del tuo regno.
Imposizione del Pallio. A gloria di Dio onnipotente e a lode della beata sempre Vergine Maria e dei beati apostoli Pietro e Paolo, a decoro delle Sedi a voi affidate, in segno della potestà di Metropolita, vi consegniamo il Pallio preso dalla Confessione del beato Pietro, perché ne usiate entro i confini della vostra provincia ecclesiastica. Questo Pallio sia per voi simbolo di unità e segno di comunione con la Sede Apostolica; sia vincolo di carità e stimolo di fortezza, affinché nel giorno della venuta e della rivelazione del grande Dio e del principe dei pastori Gesù Cristo, possiate ottenere con il gregge a voi affidato la veste dell’immortalità e della gloria.
Viene portato esclusivamente dal Papa, dai Cardinali e dagli Arcivescovi Metropoliti, e solo nella propria Diocesi: un Arcivescovo non può -- neppure con il permesso dell’Ordinario del luogo -- farne uso in altra diocesi, in quanto simboleggia la potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, il Metropolita acquista sulla propria giurisdizione; il Papa, invece, può portarlo ovunque.
Un Arcivescovo deve richiedere (petitio) il Pallio al Papa, che -- naturalmente -- glielo concede, in quanto un Metropolita senza pallio non può esercitare il suo ufficio. Qualora l’insignito venga successivamente trasferito ad altra sede metropolitana, deve richiederlo ex novo.
Può essere conferito -- in casi eccezionali -- anche a “semplici” vescovi: in questo caso, però, è da considerarsi un mero ornamento, spogliato di ogni significato che non sia quello puramente onorifico.