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L'imperatore Ottaviano Augusto, che gi? aveva ampiamente sfruttato il diritto di battere moneta come "triumvir rei publicae costituendae" e come comandante militare ("imperator"), cos? come avevano fatto prima di lui gli altri triumviri, comandanti e luogotenenti durante le guerre civili, rimasto unico "imperator", si adoper? subito per eliminare il disordine monetario che la repubblica e le guerre civili avevano prodotto. Per prima cosa si preoccup? di stabilizzare il peso delle monete, introducendo un rapporto fisso tra l'oro e l'argento (1: 12 1/2), che dunque implicava l'adozione di un sistema monetario bimetallico; introdusse inoltre quattro nominali enei (comunemente indicato come bronzo), sesterzio e dupondio in oricalco (lega di rame e zinco molo simile al nostro ottone), asse e quadrante in rame. La nuova riforma venne introdotta tra gli anni 23 e 20 a.C.; inizialmente il controllo della battitura delle monete venne affidata a dei collegi di "Tresviri monetales", il cui nome compariva sulle legende delle monete, sotto il diretto controllo dell'Imperatore e del Senato. Ben presto per? (intorno al 12 a.C.) ai magistrati monetari rimasero solo le coniazioni enee e successivamente i loro nomi scomparvero definitivamente dalle monete; mentre al Senato rimase il controllo delle emissioni in oricalco e in rame, sulle quali perci?, furono sempre impresse le lettre S. C. (Senatus consulto). All'Imperatore spettava dunque il controllo delle monete in oro e in argento.
Il sistema ponderale della Roma Imperiale si basava sulla "libbra romana" e i suoi sottomultipli:
libbra =327,45g;
oncia =27,28g (1/12 libbra);
scripulum =1,137g (1/288 di libbra e 1/24 di oncia).
In relazione con questo sistema ponderale dunque, le denominazioni e le caratteristiche metrologiche delle singole monete sotto il governo di Augusto sono le seguenti:
aureo | 1/42 di libbra d'oro (2/7 oncia) | g 7,79 | mm 19-21 |
quinario aureo | 1/84 di libbra d'oro (1/7 oncia) | g 3,89 | mm 16-17 |
denario | 1/84 di libbra d'argento (1/7 oncia) | g 3,89 | mm 19-21 |
quinario | 1/168 di libbra d'argento (1/14 oncia) | g 1,94 | mm 15-16 |
sesterzio | 1/12 di libbra d'oricalco (1oncia) | g 27,28 | mm 29-36 |
dupondio | 1/24 di libbra d'oricalco (1/2 oncia) | g 13,64 | mm 24-28 |
asse | 1/30 di libbra di rame (2/5 oncia) | g 10,91 | mm 24-27 |
quadrante | 1/192 di libbra di rame (1/16 oncia) | g 1,70 | mm 17-18 |
Al tempo di Augusto, le monete in oro e argento erano coniate con metallo quasi puro cos? come anche quelle in rame. Per quelle d'oricalco si usava una lega contenente circa l'80% di rame e il 20% di zinco; grazie a questa lega si era riusciti ad ottenere monete dal punto di vista artistico, belle come quelle in oro ma con un valore inferiore. Il peso effettivo delle monete, risultava spesso ben diverso da quello teorico per tutti i nominali in oricalco e in rame, risultavano invece pi? precisi i pesi di oro e argento; pertanto risulta evidente che, mentre le monete in oro e argento avevano un reale valore di scambio corrispondente al valore del metallo in esse contenuto, quelle in oricalco e rame avevano un valore convenzionale, indipendente dal valore intrinseco del metallo.
aureo di Augusto 19mm - 7.81g (Lugdunum 14-12 a.C.)
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denario di Augusto 20mm - 3.82g (Lugdunum 14-12 a.C.)
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