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LA RIFORMA DI NERONE Lamoneta.it (Manuale)


Il sistema monetale augusteo rimase praticamente immutato per tutto il periodo successivo al suo regno, fino alla salita al potere di Nerone; tuttavia fu sospesa la coniazione del quinario d'argento e il peso dell'aureo diminu? gradatamente.

Sotto Nerone, la civilt? romana si trov? a dovere risolvere un problema molto attuale come l'inflazione; infatti la situazione monetaria era divenuta critica a causa dell'aumento del prezzo di mercato dell'oro e dell'argento dovuto alla continua eliminazione dalla circolazione dei vecchi nominali in questi metalli, o con la fusione e la successiva trasformazione in articoli di lusso quali gioielli e corredi, o con la loro utilizzazione come merce di scambio con le popolazioni esterne.  Per porre rimedio a tale disordine, il governo di Nerone, deliber? una riduzione del peso dell'aureo e una riduzione del peso e del titolo del denario d'argento.  Tale provvedimento port? notevoli benefici all'economia dell'impero per almeno un secolo e mezzo.

In conseguenza alla riforma neroniana, le caratteristiche dei nuovi aurei e denari furono le seguenti :

aureo 1/45 di libbra d'oro (6,4 scripula)g 7,27mm 19-20
denario 1/96 di libbra d'argento (3 scripula)g 3,41mm 18-19

Rispetto al periodo augusteo, il titolo del denario fu abbassato fino a contenere il 90-95% di fino e il 5-10% di rame, ma la relazione di valore tra l'aureo e il denario rimase immutato.  La riforma di Nerone port? anche un'altra novit? importante per lo studio della monetazione imperiale romana; sotto il suo regno infatti, fece la prima comparsa il dupondio con la caratteristica del ritratto con testa radiata, che in seguito rimase costante per questo nominale; inoltre, fu aggiunto un altro nominale di rame a quelli gi? esistenti:

semisse (1/2 asse) 1/60 di libbra di rame (1/5 oncia)g 5,45mm 20-21

Anche l'asse e i suoi sottomultipli furono, nel 63-64 D.C. circa, oggetto di una riforma, che tuttavia rest? in vigore due o tre anni, per essere abbandonata provabilmente nel 66 D.C.  Tale riforma prevedeva la sostituzione dei nominali in rame con altrettanti in oricalco, adeguati alla base ponderale del sesterzio (1 oncia), secondo le caratteristiche che seguono:

- nominali in oricalco coniati tra il 63-64 e il 66 D.C. -
asse 1/48 di libbra di oricalco (1/4 oncia)g 6,82mm 22-26
semisse 1/96 di libbra di oricalco (1/8 oncia)g 3,41mm 17-18
quadrante 1/192 di libbra di oricalco (1/16 oncia)g 1,70mm 14-16

Ora immaginiamo di trovarci per un attimo al tempo di Nerone, ovviamente tutte queste nuove monete in oricalco, ci sarebbero apparse molto simil tra loroi, visto che il metallo di cui erano fatte era lo stesso per tutte (escludendo aureo e denario); anche a questo problema per? era stato posto rimedio, infatti sulle monete coniate durante il breve periodo di attuazione delle riforma, compariva al rovescio il segno del valore: "II" sul dupondio, "I" sull'asse e "S" sul semisse.


- aureo di Nerone 18mm - 7.34g (Roma 66-67 D.C.) -

- sesterzio di Nerone 35mm - 28.80g (Lugdunum 64 D.C..)

- dupondio in oricalco con segno del valore "II" -

- semissse in oricalco con segno del valore "S" -











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