Èla figura in rilievo che viene posta al di sopra dell’elmo. La sua origine è assai remota: era in uso già presso popoli molto antichi, e veniva portato dai soldati con lo scopo di intimorire l’avversario, facendo sembrare più alto e più imponente chi ne faceva uso, oppure dai comandanti con lo scopo di rendersi immediatamente visibili e riconoscibili nella mischia della battaglia. Durante l’alto Medio Evo, la maggior parte degli elmi erano ornati di corna o piume, ma con lo sviluppo dell’araldica, intorno al XII secolo, si cominciò a decorare l’elmo, portato normalmente unitamente all’armatura, con colori e figure di solito riconducibili a quelle presenti sullo scudo.
Un esempio del genere si può vedere sul brass di Geoffroy Plantageneto, da noi già esaminato (cfr. 1.4), come pure sul retro di un sigillo di Filippo d’Alsazia conte di Fiandra. Questa “moda” scomparì nel XIII secolo, quando fece la propria comparsa il cimiero vero e proprio. L’esempio più antico, secondo M. Pastoreau, è quello di Baldovino IX conte di Fiandra (1197) che porta un elmo con la cima piatta sormontata da un leone passante. L’uso del cimiero si diffonde rapidamente in tutta Europa dal XIII secolo: più rapidamente in Germania, più lentamente nel resto dell’Europa. In Germania, dalla seconda metà del XIII secolo, il cimiero divenne ereditario come lo scudo, così che le sue modifiche poterono servire egregiamente da brisure (cfr.). Verso la stessa data fecero la loro comparsa dei sigilli araldici ornati semplicemente da uno scudo con un’elmo sormontato da un cimiero (elmo cimato). Tuttavia, nei Paesi di origine dell’Araldica (Francia, Inghilterra) il cimiero restò un emblema individuale, principalmente ornamentale: il cavaliere lo portava durante i tornei e lo cambiava a suo piacimento. Quando gli araldi ritenevano, durante un torneo, che un cavaliere non potesse gareggiare per motivi vari, lo invitavano a togliersi il cimiero dall’elmo. In Inghilterra, dove il cimiero è detto crest, il primo esempio documentato di cimiero concesso da un sovrano è quello di William di Montacuto, conte di Salisbury, che ricevette dal re Edoardo III il diritto di portare sull’elmo un’aquila. Anche nelle famiglie dei grandi feudatari, dove esiste un cimiero ereditario, sono numerosi i membri che fanno uso di un cimiero personale. Infatti non tutti i membri della casa di Francia portano come cimiero un giglio, né tutti quelli di casa Savoia un muso di leone. Nei secoli XIV e XV si assiste all’apogeo del cimiero: tutti ne fanno uso, compresi i cavalli. Era costruito di materiale umile, come cartone, piume, legno o cuoio modellato. Si trattava, evidentemente, di materiali anche piuttosto fragili: ecco perché, purtroppo, si conservano ben pochi cimieri originali, e comunque tutti appartenenti a grandi personaggi. Così come abbiamo assistito al suo sviluppo, durante il XVI secolo, l’uso del cimiero decade. In Inghilterra i borghesi non ebbero più il diritto di portarne uno, mentre in Francia fu rapidamente sostituito dall’uso delle corone. Solo in Germania il cimiero continuò ad essere utilizzato: si affermò anche l’abitudine di timbrare uno scudo con più di un cimiero, in modo da indicare ascendenti, pretese, alleanze..., uso (o dovremmo dire abuso?) che fu ripreso in epoca barocca. La norma vuole che un cimiero non sia posto sopra una corona, a meno che questa non cimi l’elmo. Ovvero, in termini più semplici, il cimiero deve essere portato sopra un elmo. Nel caso in cui un elmo abbia una corona, il cimiero può comunque essere portato, evidentemente facendolo passare all’interno della la corona stessa. Se vogliamo avere un’idea di quali potevano essere le figure utilizzate nei cimieri, non ci resta che fare affidamento agli armoriali, in cui -- specialmente in quelli svizzeri o tedeschi -- viene raffigurato normalmente lo scudo unitamente all’elmo cimato. Davanti agli occhi ci si presenta allora una serie di leoni, aquile, tori, orsi, fasci di piume, piramidi di pellicce, la cui grandezza supera quella dello stesso scudo (cfr. fig.3.3.a). Ci chiediamo, quindi, se fosse possibile portare realmente sull’elmo una simile costruzione, fragile, non equilibrata, instabile: evidentemente no; inoltre la rappresentazione dei cimieri non è sottoposta ad alcuna regola, né gli araldisti medioevali facevano uso di uno “standard” così come invece accadde per gli scudi. Ecco perché molti studiosi di araldica sostengono che si trattasse soltanto di un artificio ornamentale, esteriore. In Italia l’uso del cimiero era regolato dalla Consulta Araldica, la quale non lo prevedeva se non per gli stemmi già concessi in passato. Per i borghesi, si consigliava l’uso di tre penne, anche se qualcuno ne usa 6, di solito colorate con gli smalti dello scudo.
Due cimieri tratti dal Livro da Nobreza e Perfeicam das Armas, del portoghese
António Godinho (1516-1528).