3.7 La Numismatica

Così come i sigilli, le monete hanno spesso, prima del XII secolo, dei disegni che potremmo definire protoaraldici, come ad esempio il giglio sulle monete di Lille, il ramo di menta su quelle del Signore di Minzenberg e il martello su quelle di Hammerstein. Da queste figure presero forma, in seguito, le figure araldiche vere e proprie.
Nel 1320 fu coniato da Galeazzo Visconti una moneta d’oro (fiorino) che riportava un cavaliere con l’armatura raffigurante la biscia dei Visconti (biscione) su un cavallo con, sulla gualdrappa, altre bisce viscontee.
Sempre nel XIV secolo, e precisamente nel 1344, re Edoardo III d’Inghilterra fece coniare tre monete d’oro (del valore di un fiorino, 1/2 fiorino e 1/4 di fiorino) che furono probabilmente le prime monete inglesi ad avere stampato un vero e proprio design araldico. Il recto del fiorino (che veniva anche detto double leopard = doppio leopardo) raffigura il re in trono fiancheggiato da due leopardi (donde il soprannome dato alla moneta), su uno sfondo di gigli di Francia. Il mezzo fiorino (detto anche leopardo) ha sempre sul recto un leone passante che indossa una sorta di casacca con le armi d’Inghilterra, mentre sul verso ha una croce dentro un quattrofoglie accostato da leopardi. Il quarto di fiorino ha un elmetto (infatti questa moneta veniva detta helm = elmo) con il cimiero reale (leone coronato su un campo di gigli).
Nell’età moderna, l’uso delle monete come luogo privilegiato per inserire scudi, armi, insegne non è affatto svanito. Basti pensare che il nome scudo dato a moltissime monete europee deriva proprio dal fatto che su di esse (sul recto o sul verso) era inciso lo scudo con le armi nazionali.
Su monete di corso comune, anche oggi non è raro trovare gli stemmi nazionali.
Non dimentichiamo che anche le medaglie possono fornire informazioni riguardo alcuni stemmi araldici, in quanto nella quasi totalità dei casi presentano, sul recto o sul verso, uno o più scudi appartenenti a chi ha fatto coniare la medaglia stessa, il nome essendo di solito scritto tutt’intorno allo scudo.
Tuttavia non è una fonte privilegiata. Non perché le rappresentazioni non diano informazioni riguardo al colore, ma piuttosto perché si tratta quasi sempre di personaggi ben conosciuti (sovrani, duchi...), per i quali sono ben noti gli stemmi da molte altre fonti.