Così come i sigilli, le monete hanno spesso, prima del XII secolo, dei disegni che
potremmo definire protoaraldici, come ad esempio il giglio sulle monete di Lille, il
ramo di menta su quelle del Signore di Minzenberg e il martello su quelle di
Hammerstein. Da queste figure presero forma, in seguito, le figure araldiche vere
e proprie.
Nel 1320 fu coniato da Galeazzo Visconti una moneta d’oro (fiorino) che
riportava un cavaliere con l’armatura raffigurante la biscia dei Visconti (biscione)
su un cavallo con, sulla gualdrappa, altre bisce viscontee.
Sempre nel XIV secolo, e precisamente nel 1344, re Edoardo III d’Inghilterra fece
coniare tre monete d’oro (del valore di un fiorino, 1/2 fiorino e 1/4 di fiorino) che
furono probabilmente le prime monete inglesi ad avere stampato un vero
e proprio design araldico. Il recto del fiorino (che veniva anche detto
double leopard = doppio leopardo) raffigura il re in trono fiancheggiato da
due leopardi (donde il soprannome dato alla moneta), su uno sfondo di
gigli di Francia. Il mezzo fiorino (detto anche leopardo) ha sempre sul
recto un leone passante che indossa una sorta di casacca con le armi
d’Inghilterra, mentre sul verso ha una croce dentro un quattrofoglie accostato da
leopardi. Il quarto di fiorino ha un elmetto (infatti questa moneta veniva
detta helm = elmo) con il cimiero reale (leone coronato su un campo di
gigli).
Nell’età moderna, l’uso delle monete come luogo privilegiato per inserire scudi,
armi, insegne non è affatto svanito. Basti pensare che il nome scudo dato a
moltissime monete europee deriva proprio dal fatto che su di esse (sul recto o sul
verso) era inciso lo scudo con le armi nazionali.
Su monete di corso comune, anche oggi non è raro trovare gli stemmi
nazionali.
Non dimentichiamo che anche le medaglie possono fornire informazioni
riguardo alcuni stemmi araldici, in quanto nella quasi totalità dei casi
presentano, sul recto o sul verso, uno o più scudi appartenenti a chi ha fatto
coniare la medaglia stessa, il nome essendo di solito scritto tutt’intorno allo
scudo.
Tuttavia non è una fonte privilegiata. Non perché le rappresentazioni non diano
informazioni riguardo al colore, ma piuttosto perché si tratta quasi sempre di
personaggi ben conosciuti (sovrani, duchi...), per i quali sono ben noti gli
stemmi da molte altre fonti.