2.4 Decadenza e Rinascita

Su proposta del visconte Mathieu de Montmorency, il 19 giugno 1790 la Assemblea Costituente francese sancì l’abolizione delle insegne, dei titoli nobiliari, delle livree, delle decorazioni e così via. Fra il 1791 e il 1792 diversi decreti stabilirono di eliminare tutti gli stemmi ovunque essi fossero, applicando ai trasgressori delle durissime pene. Eccezione fu fatta per gli oggetti d’arte, che furono risparmiati. Dopo l’esecuzione del re, avvenuta il 21 settembre 1792, la folla si scatenò anche contro i gigli, simbolo del Regno di Francia: numerosi monumenti, fra cui la Sainte Chapelle di Parigi e le tombe reali di S. Denis, furono distrutti o sfregiati. Tuttavia, almeno nelle cittadine lontane da Parigi o dalle altre grandi città, la furia iconoclasta si manifestò in maniera più blanda.
L’uso araldico delle insegne fu ripreso, in Francia, soltanto con il Primo Impero, nel 1808. Nessuno poteva prendere possesso di uno stemma senza averne diritto, né apportare modifiche senza avere ottenuto il permesso. Gli stemmi garantiti ai nuovi nobili facevano uso di figure spesso capolavori del kitsch, come -- ad esempio -- l’obelisco egizio di granito concesso a un certo Nicolas Reynaud, i due banani di Roger Ducos...oppure particolarmente ridicole: Francois Schutz (di origine Polacca) si vide assegnare nel 1813 un’arme così fatta: di ...?...all’un uomo di nero, con l’indice della mano destra sulla bocca: uno stemma “parlante”, perché il cognome Schutz suona può o meno come ssst, silenzio!
Un decreto del 17 maggio 1809 autorizzò le città francesi a fregiarsi nuovamente di uno stemma.
Tuttavia, a chi possedeva insegne prima della Rivoluzione, Napoleone garantì l’uso dei vecchi stemmi, con l’aggiunta di segni speciali che identificassero il ruolo sociale del portatore. Tutti i conti, ad esempio, dovevano portare un quarto franco d’azzurro a destra; i baroni un quarto franco di rosso a sinistra.
Senza eccezioni, sull’azzurro del quarto franco si utilizzavano figure d’oro, sul rosso figure d’argento.
Il capo era riservato ai principi e ai duchi.
Le figure caricate sul quarto franco variavano a seconda della professione dell’armigero, ed erano -- ad esempio -- la croce (vescovi, arcivescovi), la spada (militari), la muraglia (prefetti, sindaci), bilancia e toga (giudici)...
Simili convenzioni si applicavano anche ai nuovi stemmi.