Pezza onorevole di prima classe. È una striscia che muove dal
cantone sinistro del capo per raggiungere il cantone destro della punta,
come una rappresentazione speculare della banda. In inglese per questa
ragione è detta bend sinister, mentre in francese è barre. Nell’araldica
italiana questa pezza è usata raramente, perché veniva confusa
con il bastone sinistro, pezza di brisura, ovvero indicante un ramo
bastardo o illegittimo della famiglia. Addirittura, per questa ragione,
in Scozia (dove la sbarra era abbastanza usata) fu praticamente sempre
cambiata in una banda. Per quanto riguarda la Germania, il suo uso
è pari a quello della banda.
Come le altre pezze ordinarie viste fino ad ora, una sbarra dovrebbe
occupare circa 1/3 dello scudo.
Le diminuzioni della sbarra sono: sbarra in divisa, termine desueto, la
cui altezza è pari a della sbarra (ingl. scarpe);
contrabastone, la cui altezza è pari a 1/3 della sbarra, di solito è
scorciato (ingl. baton);
contrafiletto o sbarra in filetto, alto 1/5 della sbarra (1/15 dello scudo).
Traversa è un termine desueto.
Due filetti in sbarra sono detti gemella in sbarra, tre sono detti terza
in sbarra.
Vista la generale simmetria d’uso con la banda e -- del resto -- anche
con le altre pezze onorevoli, ci sembra superfluo insistere sul fatto che
una sbarra può essere tinta, partita, seminata, caricata...
Figura 45.22: | Sbarra scorciata |
Figura 45.23: | Sbarra scanalata |
Pezza onorevole di prima classe formata da una semibanda e
una semisbarra inferiori, ovvero da una linea che parte dal cantone
destro della punta, raggiunge il cuore dello scudo e torna giù al cantone
sinistro della punta, come una V rovesciata.
È quasi sicuramente da annoverare fra le pezze araldiche più antiche,
essendo già citata, ed esempio, nel blasonario di Caerlaverock (v.3.3.5,
p.63), derivando dai rinforzi metallici applicati allo scudo così come
il palo e la fascia. Per quanto riguarda il nome, in inglese è chevron,
derivato direttamente dal francese cheveron o chevron, col significato
di travicello di un tetto, forma che ricorda molto. In Italia fu
chiamato traducendo malamente dal francese cheverone, chevrone,
quindi capriolo, caprone, cavrone, cavalletto, squadra, imbordatura,
manto monacale, trabeatura, compasso, scaglia di pesce, lista inarcata,
sbarra angolare, sbarra triangolare...(cfr. A. Manno, introduzione al
Vocabolario Araldico).
Il Manno adotta il termine scaglione, in uso ufficialmente dal 1906 in poi,
affermando che ¡blockquote¿riproduce nettamente la configurazione di
questa pezza araldica: scaglione è un gradino, uno scalino. Già Dante
scrive:
già montavan su per li scaglion santi.
Per quel che riguarda le dimensioni, uno scaglione dovrebbe occupare meno
di 1/3 dello scudo; gli araldisti inglesi (Parker) affermano che dovrebbe
occupare 1/5 dello scudo.
I diminutivi sono lo scaglionetto o estaje (ingl. chevronel) 1/2 dello
scaglione e in Inghilterra il couple-close, 1/4 dello scaglione.
Uno scaglione può essere soggetto a tutte quelle modifiche cui è
sottoposto il palo, la fascia, la banda...: ovvero può essere tinto
(anche con partizioni convenevoli), caricato, il suo bordo può essere
variamente delineato dalle linee di contorno, può essere alzato (il
vertice tocca il capo dello scudo), abbassato (il vertice raggiunge
l’ombilico), le estremità possono essere pomettate, gigliate, patenti....
In particolare uno scaglione può essere brisato (o rotto), cioè spezzato
al vertice in diversi modi, possiamo avere lo scaglione in banda (cioè
con il vertice rivolto nella direzione della banda, verso il cantone destro
del capo), in sbarra (vertice rivolto verso il cantone sinistro del capo),
oppure ancora rovesciato (con il vertice rivolto alla punta), coricato
(a destra o a sinistra) e piegato (cioè con i bracci incurvati verso
l’interno).
Figura 45.25: | Scaglione coricato a sx |
Figura 45.26: | Scaglione piegato |
Figura 45.27: | Scaglione abbassato |
Figura 45.28: | Scaglione alzato |
Figura 45.29: | Scaglione brisato |