Ricordiamo il libro di Gissey Les Emblesmes et Devises du Roy, des Princes, et
Seigneurs qui l’Accompagnerent en la Cavalcate Royale, et Course de bague que
sa Majesté fit au Palais Cardinal, Parigi, chez Antoine de Sommaville, 1657. In
questo volume (disponibile presso la Bibliotheque National de France, Paris),
l’autore descrive le insegne (piuttosto barocche) di vari Signori, interpretandone
sia i motti sia gli stemmi. È interessante che (a p.6), affermi: par le mot
d’Emblême, j’entens la Peinture qui en compose le corps, et par la Devise qui en
est l’ame, je ne pretens proprement parler que de l’inscription. Distingue, quindi,
fra Emblema e Divisa.
Un esempio, tradotto in italiano corrente, desunto da detto libro, evidenzia lo
scopo “moraleggiante” delle interpretazioni.
Si notino la collocazione dello stemma in un ovale piuttosto che in uno scudo
e lo stile più pittorico che araldico.
Convenzionalmente, gli armoriali vengono classificati come: