8.2 Eccezioni alla regola

Esistono diverse eccezioni alla regola delle tinture. Le elenchiamo senza voler essere esaustivi.

  1. La regola non vale né per il al naturale né per il di cielo né per le pellicce, che sono dette anfibie. Del resto, se così non fosse, su una pelliccia, composta come si è visto sia di metallo (ad es. argento) sia di colore (ad es. azzurro), non potrebbero essere poste né pezze né figure. Su una pelliccia può essere posto sia un colore, sia un metallo, sia un’altra pelliccia (quest’ultimo caso è solo accademico), anche se di solito si fa uso del colore rosso per ragioni estetiche.
  2. La regola non vale per gli stemmi di alleanza (cioè stemmi inquartati, interzati ecc...che nelle varie parti in cui sono divisi recano stemmi di diverse famiglie o Stati) o per gli scudi composti (troncati, partiti...). Un esempio è lo stemma reale inglese (royal standard).
  3. Sulle partizioni composte da metallo e smalto, si possono usare pezze o figure sia di metallo sia di smalto, purché di metallo o smalto diverso da quello usato nel campo. Ad esempio, ricordiamo lo stemma del Granduca di Lussemburgo che, su uno stemma barrato di dieci pezzi d’azzurro e d’argento, porta un leone di rosso coronato d’oro. Un altro esempio possibile potrebbe essere diviso in palo di nero e d’oro, allo scaglione di rosso.
  4. Piccole parti di una figura non violano la regola. Ad esempio è comunemente accettato un blasone del genere: d’argento, al leone di rosso coronato d’oro.
  5. Una pezza composta da metalli e colori può essere posta sia sopra un metallo sia sopra un colore. Ad esempio d’azzurro, alla fascia scaccata d’oro e di nero.
  6. Partizioni considerate aumentazioni d’onore (come capo, quarto, cantone...) non sono soggette alla regola. Lo stesso vale per le pezze così dette di cadenza (brisure, bordi...) (v. 10, p.255).