Sebbene siano tutt’altro che ignoti all’araldica scudi composti solo da partizioni e tinture, di solito sul campo sono presenti altre figure. Fra queste le più antiche e semplici sono le cosiddette pezze araldiche, il cui nome (pezze) deriva probabilmente dall’uso di scampoli di tessuto applicati in vari modi sugli scudi a seguito di imprese guerresche, amorose, concessioni di sovrani e così via.
Alcuni araldisti considerano pezze araldiche anche le partizioni convenevoli, che noi abbiamo già visto (v. 5.5, p.151).
Le pezze araldiche onorevoli oltre che intere possono essere diminuite (in larghezza) o ridotte (in lunghezza). Non va dimenticato che le pezze araldiche (almeno quelle intere) possono essere caricate con altre figure (raramente più di tre), il loro campo può essere tinto, partito o seminato, i loro bordi possono essere cambiati dalle linee di contorno, ecc...
Convenzionalmente le figure araldiche si dividono in:
Avremo, quindi, la seguente struttura, in cui riportiamo i nomi di alcune figure araldiche, in particolare di alcune pezze.
Tabella 9.1: | Classificazione delle figure araldiche. |
Per quanto riguarda le pezze onorevoli di prima classe, più o meno tutti gli araldisti italiani sono d’accordo, anche in seguito alle decisioni della Consulta Araldica.
In Inghilterra, come si desume da J. Parker (cit.), gli araldisti trovarono più utile dividere le pezze araldiche (ordinaries) in nove pezze principali (o onorevoli): la croce, il capo, il palo, la fascia, la sbarra, la banda, la barra (che in Italia è considerata una diminuzione della fascia), la croce di S. Andrea (saltire) e lo scaglione (chevron). Le altre pezze furono dette subordinaries e sono: la bordura, il cantone, i fianchi, il gherone, lo scudo nel cuore, l’orlo, il quarto, la pila, la tressure (diminuzione di un orlo), la punta, il lambello, la pergola.
In Francia la situazione è ancora diversa e così anche in altri Paesi. Tuttavia è interessante notare come praticamente nella totalità dei casi, le varie pezze, sia pure ordinate e classificate diversamente, appaiono nell’araldica di ogni Nazione: segno evidente di una comune origine.
Per quanto ci riguarda, nella nostra trattazione seguiremo la classificazione proposta dalla Consulta Araldica italiana, non tanto perché la consideriamo più giusta delle altre, ma perché occorre avere un certo ordine per un’esposizione conveniente della materia.
Proprio per questo, nelle pagine che seguono proponiamo un percorso attraverso le pezze araldiche ordinarie di prima classe, di seconda classe, le figure araldiche semplici e le figure, limitandoci a considerazioni di carattere generale, ritenendo più opportuno, utile e comodo per il lettore rimandare per lo specifico alla sezione seguente dedicata al vocabolario araldico, in cui per ogni pezza daremo spiegazioni esaurienti.
Alcune figure speciali sono poi utilizzate in araldica per distinguere i vari rami di una stessa famiglia. Lo vedremo nel capitolo dedicato alle Brisure (v. 10, p.255).